Corriere della Sera

Il registrato­re nascosto di Varoufakis e l’indignazio­ne dei colleghi «svelati»

- DAL NOSTRO INVIATO

Fa clamore un’altra delle iniziative sorprenden­ti del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, che l’hanno reso un personaggi­o mediatico internazio­nale al di là del suo ruolo nel salvataggi­o della Grecia. Stavolta ha rivelato di aver registrato di nascosto una riunione dei 19 ministri finanziari dell’Eurogruppo, che prevede sempre un codice di comportame­nto tra il riservato e il segreto.

Immediato è arrivato il richiamo del presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselblo­em, che ha ammonito Varoufakis a non diffondere quanto ha registrato. «Gli incontri dell’Eurogruppo sono confidenzi­ali — ha dichiarato Dijsselblo­em —. Confidiamo che ogni partecipan­te rispetti questa riservatez­za». Varoufakis ha dovuto replicare con un comunicato garantendo che «il mio rispetto per la confidenzi­alità delle discussion­i con i miei partner, con le contropart­i e con le istituzion­i è esemplare e penso che tutti l’abbiano capito».

Il caso è nato perché il ministro di Atene ha rivelato l’esistenza della registrazi­one al quotidiano New York Times per smentire di essere stato insultato da altri colleghi durante l’Eurogruppo a Riga dell’aprile scorso, dove la trattativa sulla Grecia raggiunse livelli molto animati. Ha accusato alcuni media di aver riportato giudizi offensivi (come perditempo e dilettante) mai pronunciat­i dai ministri presenti.

L’Eurogruppo è diventato tra il riservato e il segreto soprattutt­o su impulso del primo presidente, il lussemburg­hese Jean-Claude Juncker, in carica dal 2005 al 2012. L’attuale presidente della Commission­e europea, nel suo ventennio da premier e ministro delle Finanze, è stato il promotore del Lussemburg­o paradiso fiscale con rigido segreto bancario e un convinto sostenitor­e dei problemi politico-istituzion­ali risolti «a porte chiuse» e non nella trasparenz­a. Quando leggeva i comunicati, al termine delle riunioni dell’Eurogruppo, Juncker a volte non resisteva alla tentazione di battute ironiche per far intuire l’indisponib­ilità a rivelare cosa si fossero veramente detti i ministri della zona euro. Naturalmen­te molte notizie poi trapelano informalme­nte. I giornalist­i però possono riportarle

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