Corriere della Sera

«Gli ho chiesto di mio suocero e dei suoi 1.100 euro al mese»

- Di Ernesto Menicucci

Pronto, Stefano? «Sì, Marcucilli Stefano, taxi Elba 41, come me non c’è nessuno...». Lo sa di essere famoso? «Davvero? Veramente già lo ero. Una settimana fa ho salvato un cliente che ha avuto un infarto proprio sul mio taxi. Da allora ci sentiamo tutti i giorni...».

Veramente ci riferivamo all’incontro col premier Matteo Renzi, a due passi da Palazzo Chigi...

«Ah, quello? L’ho visto, l’ho chiamato. Volevo farlo già da tempo». Per dirgli? «Gli ho chiesto della pensione di mio suocero, che prende 1.100 euro al mese. Volevo sapere se avrà il rimborso. Renzi dice di no». Il premier l’ha convinta? «Sì. Sono convinto che a mio suocero gli hanno fatto fuori duemila euro...». Come è andata? «Quando ha visto che era in difficoltà, l’ha buttata sul calcio: “Sei della Roma? Sarai contento oggi?” (la Lazio, la sera prima, ha perso la Coppa Italia contro la Juventus, ndr) . Anch’io ho scherzato: “E tu ci vai a Berlino a tifare la Juve?”. Renzi è furbissimo, altro che fiorentino, pare più napoletano... Mi ha fatto il gioco delle tre carte».

Ci tolga una curiosità: per chi vota?

«Cinque Stelle. Mi piace molto Alessandro Di Battista. Ma sono arrabbiato anche con loro: non hanno deciso niente, restano fuori da ogni scelta importante».

Non le chiedo degli altri partiti allora...

«Il Pd è finito con la storia del Monte dei Paschi, Forza Italia è sparita. Questo è il nostro Paese: quasi quasi me ne vado in Australia da mio fratello». Se rivedesse Renzi? «Lancio una provocazio­ne. Se il premier mi incontrass­e a tu per tu glieli spiegherei io i problemi di Roma...».

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Il premier Matteo Renzi ieri a Roma con il tassista Stefano Marcucilli

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