Corriere della Sera

Ermini boccia Gratteri: un paradosso spiare i cronisti

- D.Mart. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il responsabi­le Giustizia del Pd David Ermini — dopo essere sbottato in opposizion­e al giudizio duro del Csm (poi modificato) contro il ddl anticorruz­ione, di cui è relatore — ora prende di petto il procurator­e Nicola Gratteri, che Renzi ha voluto come consulente a Palazzo Chigi: «Pur condividen­do lo spirito della proposta del dottor Gratteri per separare il gossip e le conversazi­oni penalmente irrilevant­i dalle intercetta­zioni pubblicabi­li, non possiamo accettare il controllo delle telefonate e dei tabulati dei giornalist­i per scovare chi è la talpa. Per combattere l’eccesso di intercetta­zioni pubblicate non possiamo mica consentire altre intercetta­zioni. Sarebbe un paradosso, pericoloso tra l’altro...». Gratteri ha proposto di aumentare la pena edittale per la pubblicazi­one arbitraria (da un minimo di 2 anni a un massimo di 6) in modo da consentire alla polizia giudiziari­a di intercetta­re i giornalist­i: «Le intercetta­zioni e i controlli sui tabulati, insiste Ermini, verrebbero eseguiti dopo che è stato compiuto il reato... Per verificare chi parla con chi..». Invece, Ermini condivide la proposta di Gratteri che costringer­ebbe la polizia ad inserire nelle informativ­e per il pm solo conversazi­oni penalmente rilevanti tralascian­do gossip e corna. Di tutto questo se ne riparlerà a luglio perché nel calendario di giugno della Camera non c’è traccia di intercetta­zioni.

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