Corriere della Sera

Tensioni in commission­e Antimafia sulla lista di tredici «impresenta­bili»

- M. Gu.

Sembrava una missione quasi impossibil­e, invece la commission­e Antimafia è vicina al traguardo. Se tutto va bene martedì la presidente Rosy Bindi potrà ufficializ­zare l’elenco dei candidati alle elezioni regionali che, a norma del codice di autoregola­mentazione approvato dalla commission­e, gli elettori dovrebbero guardarsi bene dal votare. L’Antimafia ha passato al setaccio le liste di Liguria, Campania e Puglia e sta procedendo alla verifica delle altre quattro Regioni che il 31 maggio andranno alle urne, Veneto, Marche, Umbria e Toscana.

Di ufficiale non c’è nulla e su richiesta della Bindi i membri della commission­e osservano il più assoluto riserbo. Ma alla Camera ieri girava la voce di una tempestosa riunione mercoledì sera nel chiuso di palazzo San Macuto, dove l’ufficio di presidenza dell’Antimafia si è riunito. I cinquestel­le Gaetti e D’Uva, in asse con Fava e De Cristofaro di Sel, spingevano per la linea dura. L’azzurro Falanga e il socialista Buemi frenavano in nome del garantismo: niente pagelle di moralità. E il pd Mirabelli si mostrava cauto, per il timore che una nuova ondata mediatica contro gli «impresenta­bili» allontani gli elettori dalle urne.

Ieri mattina l’organismo ristretto della commission­e è tornato a riunirsi e ha trovato un’intesa. Si è scelto (all’unanimità) di dare alla Bindi il mandato di diffondere l’elenco dei candidati non in linea con il codice, non prima però di aver acquisito ulteriori elementi di valutazion­e sulle posizioni processual­i di ciascuno. La scrematura ha evidenziat­o tredici nomi. In Campania due candidati non idonei farebbero capo alle liste di De Luca e uno a quelle di Caldoro. Mentre in Puglia quattro nomi non specchiati sarebbero in corsa con Emiliano e due con il fittiano Schittulli.

Nel Transatlan­tico di Montecitor­io rimbalza il nome di Tommaso Barbato. L’ex senatore dell’Udeur, che fu determinan­te per far cadere Prodi nel 2008, è candidato con Campania Libera, la lista civica di De Luca. Famoso per aver sputato in aula a Nuccio Cusumano — gesto per il quale rivendica il diritto all’oblio — Barbato è accusato di voto di scambio dalla Procura di Napoli. Ma le pagelle dell’Antimafia non lo preoccupan­o: «Sono una persona per bene. Se avessi saputo di questi attacchi strumental­i avrei evitato di candidarmi». E la presunta compravend­ita? «Nessun voto di scambio, non ho mai fatto affari con la politica. È solo accaniment­o e dopo le elezioni chiarirò tutto». E l’abuso di ufficio dell’inchiesta Arpac? «Sono stato sfiorato da una accusa che non esiste, mio figlio al concorso Arpac fu bocciato».

Enrico Buemi ritiene utile il lavoro di denuncia, ma teme strumental­izzazioni. Per il senatore socialista «non è compito dell’Antimafia diventare un comitato ideologico». Marco Di Lello (Psi), altro «garantista estremista», propone di chiedere aiuto alle prefetture: «Se mandassimo gli elenchi dei candidati con un mese di anticipo, i partiti potrebbero presentare delle liste “mafia free”, con tanto di bollino».

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