Lo storico traguardo di Reggio Calabria: riaprono gli asili
Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha esordito davanti ai giornalisti soddisfatto, spiegando che «un’altra promessa è stata rispettata». E questo è vero. Stava annunciando che finalmente dopo due anni dalla chiusura dell’ultimo asilo nido comunale ne sono stati riaperti tre, quello del Cedir, di Archi e di Gebbione, queste due ultime zone ad alta intensità mafiosa. E’ la fine di una vicenda tutta italiana, con l’amministrazione comunale commissariata nel 2012 per infiltrazioni mafiose, la politica immobilizzata, gli asili inagibili, il business dei privati sullo sfondo e i commissari che non potevano usare i fondi comunque già stanziati. Dopo le elezioni lo scorso ottobre, i lavori di ristrutturazione sono ricominciati e si cerca di tornare verso quella che si vorrebbe la normalità. La domanda non è se i 250 bambini che troveranno un posto e le loro famiglie sono soddisfatti - cosa che è sperabile - , ma è se in una città di 180 mila abitanti, una delle dieci città metropolitane d’Italia secondo quanto scritto nelle ultime riforme amministrative, una buona notizia sia passare da 0 a tre asili nido. Peraltro proprio un anno fa era apparsa nel sito del Comune, dove si annunciava l’imminente riapertura delle strutture, una nota che spiegava che comunque non ci sarebbe stato posto per i bambini disabili perché il municipio era troppo indebitato per assumere insegnanti di sostegno. Dopo le proteste di genitori e associazioni i commissari avevano cercato di correre ai ripari, provando a rimediare all’ennesimo schiaffo ai cittadini.