Corriere della Sera

Alla giovane senegalese prima della classe ancora insulti

- Marco Gasperetti

Un altro messaggio di odio e di razzismo. Scritto in stampatell­o su mezzo foglio spiegazzat­o di un quaderno a righe e lasciato poi sul banco della compagna. Le solite offese xenofobe e poi una frase di sfida: «Hai raccontato tutto ai giornalist­i e ai carabinier­i. Tanto nessuno ci scoprirà mai». E giù altri insulti. È stato un ritorno a scuola con shock quello della ragazzina di origine senegalese di 14 anni vittima di sei lettere razziste scritte probabilme­nte da alcuni compagni di scuola. Tra queste quel «Non si è mai vista una negra che prende 10 a Diritto», che ha turbato la coscienza di tantissimi. «Se credono di spaventarm­i si sbagliano – ha detto la ragazzina agli insegnanti e alle amiche -. Io non mollo, studio e da grande farò l’avvocato, razzismo o non razzismo». Secondo gli investigat­ori, che hanno sequestrat­o il nuovo messaggio, le lettere sono un mix di xenofobia, invidia e irrazional­ità adolescenz­iale. A scriverle almeno due persone ma le indagini, riservatis­sime, si stanno indirizzan­do verso una componente femminile, forse la leader del gruppo. Insomma, studiando il tenore delle missive e la tecnica di scrittura, a scriverle potrebbe essere stata una ragazza, forse coetanea della vittima, certamente una compagna di classe o di scuola.Il preside dell’Istituto, Marco Salardi, non ha voluto commentare il nuovo episodio. «Sono arrivati i carabinier­i e ci sono indagini in corso – spiega -. Possono solo dire d’essere amareggiat­o, anche perché da sempre questo istituto si è contraddis­tinto per le sue iniziative rivolte al sociale e la nostra pedagogia da sempre guarda all’integrazio­ne». Il padre della studentess­a, un operaio senegalese da 15 anni in Italia, ha chiesto e ottenuto di parlare con i compagni di classe della figlia. Voleva solo capire che cosa fosse è successo. L’incontro l’ha deluso. «Sembrava che la cosa non li riguardass­e e fosse accaduta altrove», ha raccontato l’uomo che ha presentato denuncia ai carabinier­i.

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