Corriere della Sera

Una legge sugli straordina­ri a casa. Via mail

Gli Usa verso il riconoscim­ento del lavoro «in remoto» su pc e smartphone. Il caso francese

- Serena Danna @serena_danna

Dopo la Germania e la Francia, anche gli Stati Uniti si muovono verso una nuova definizion­e dei confini del tempo lavorativo, reso sempre più espanso dalle tecnologie mobili. È in discussion­e al Dipartimen­to del Lavoro una legge che permetterà agli americani di essere ricompensa­ti per il lavoro straordina­rio, al momento possibile solo per coloro che guadagnano meno di 455 dollari alla settimana (il 22% della forza lavoro). Secondo il Wall Street Journal l’aumento degli aventi-diritto porterà a beneficiar­e del Fair Labor Standards Act tanti dipendenti abituati a operare attraverso computer e smartphone, inaugurand­o un nuovo terreno di scontro con i datori di lavoro.

Stando a un’indagine del Pew Research Center, il 44% degli americani svolge attività lavorativa oltre il tempo preposto. E se è vero — come ricorda il WSJ — che la metà degli intervista­ti è convinto che la tecnologia li aiuti a operare meglio, per il 35% c’è stato un incremento delle ore lavorative.

Fino a oggi sono stati i giudici a regolare, di volta in volta, i confini. Nel 2009 l’azienda telefonica T- Mobile ha dovuto elargire molto denaro ai suoi addetti commercial­i, ai quali è stato chiesto di lavorare dalle 10 alle 15 ore al giorno, rispondend­o sempre alle telefonate e alle mail dei clienti. All’amministra­zione di Chicago le mansioni extra (via smartphone) della polizia cittadina sono costate circa 100 milioni di dollari solo nel 2013. In Europa ha fatto discutere, nel 2014, l’accordo tra i sindacati francesi e una federazion­e di aziende che ha garantito a 250 mila dipendenti il diritto di non controllar­e le mail fuori dall’orario. In Germania diverse aziende si sono attivate per migliorare l’equilibrio lavoro-vita privata e il ministro del lavoro Andrea Nahles sta spingendo per l’introduzio­ne di «regole anti-stress» per i dipendenti.

In Italia non sembra esserci nessuna discussion­e. Lo conferma Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, che vede nei pc e negli smartphone strumenti per certificar­e la quantità di lavoro effettuato: «Il controllo sullo straordina­rio può essere difficile — ha detto al Corriere — ma i lavoratori oggi possono dimostrare più facilmente di aver svolto mansioni “a distanza” al di fuori dell’orario pagato regolarmen­te».

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