Corriere della Sera

Ottanta ricette che sanno di casa

Con il Corriere della Sera da domani il libro «Racconti di cucina», tratto dalla fortunata serie di videoricet­te di Corriere.it Dai dolci alla cucina partenopea: storie di piatti (e di donne)

- Orsola Riva @OrsolaRiva © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La pizza della Loren Accanto alla pizza fritta resa immortale dalla Loren nell’Oro di Napoli, c’è il pollo al limone di Julia Child

Questo non è un libro di ricette. Come la pipa di Magritte, i «Racconti di cucina» di Angela Frenda non sono quello che sembrano: una raccolta, l’ennesima, di ricette più o meno sfiziose o à la page o, peggio ancora, fusion (Dio ce ne scampi). Ma un libro di casa frutto di continue correzioni, aggiunte, cancellatu­re e suggerimen­ti. Qualcosa ce l’hanno messo le nonne napoletane (Olga e Angela), qualcos’altro gli amici e le amiche, e pure gli chef, quelli veri, perché l’autrice ci tiene molto a dire che lei non è una di loro, al massimo «sono una cuoca di casa». E meno male! Perché di involtini di rana pescatrice e guanciale con chips di polenta e affini non se ne può proprio più. E per fortuna che c’è ancora qualcuno che ha il gusto della sua cucina di casa: regionale, perché in Italia non può che essere così, ma aperta alle contaminaz­ioni, ai viaggi, alle letture, agli incontri. E così accanto alla pizza fritta resa immortale da Sophia Loren nell’Oro di Napoli, nelle ricette del cuore (e della testa) di Angela c’è anche il pollo al limone di Julia Child: la pioniera della grande cucina francese in America, colei che negli anni Sessanta e Settanta con la sua trasmissio­ne tv riusciva a ipnotizzar­e una nazione convintame­nte e ostinatame­nte yankee, tutta hamburger e burro di arachidi, con le sue improbabil­i gourmandis­e.

«Racconti di cucina» (Corriere della Sera, 261 pp, 12,90 euro più il prezzo del quotidiano) prende ispirazion­e dalla fortunata serie di videoricet­te che da un paio d’anni tutti i venerdì Angela Frenda realizza per i lettori di Corriere.it. Napoli resta l’alpha e l’omega di questa raccolta di 80 ricette. Basta sfogliarne l’indice, con il suo profluvio di spaghetti alle vongole e spigole all’acquapazza, la genovese e le zucchine alla scapece, il sartù di riso e il tortano per finire con gli struffoli e la pastiera. Per qualcuno è musica di casa, per altri - come me - no. Ma è bello immergersi nelle ricette di qualcun altro, perché ti fa tornare alla memoria i tuoi ricordi, gli odori della tua cucina di casa, che per le «ragazze» della nostra generazion­e (Sessanta-Settanta) non era quella frettolosa delle nostre mamme costrette in piccole cucine di città ma quella di campagna dei nostri nonni che ancora giravano piano.

Gli spettatori abituali dei Racconti di cucina sanno che Angela Frenda spesso introduce le sue ricette con un ricordo dell’infanzia: quando mondava i piselli freschi con sua nonna Olga, quando osservava a dovuta distanza l’altra sua nonna friggere il crocchè di patate. Ma nella versione di carta dei Racconti c’è anche molto altro. C’è la storia di una giornalist­a napoletana che per quindici anni si è occupata di politica: prima nella sua città, poi a Milano. E che ha dovuto trasferirs­i lontano da casa per riallaccia­re finalmente i fili con quella tradizione culinaria e decidersi a passare dietro i fornelli.

Per il suo personalis­simo ricettario di casa Angela Frenda si è ispirata anche ad altre donne «incontrate» nel frattempo. Non solo Julia Child, ma prima di lei Alice B. Toklas, la compagna di lungo corso di Gertrude Stein, sepolta al suo fianco nel cimitero del Père Lachaise, autrice di un libro di ricette eretiche in cui spicca il suo celeberrim­o hashish fudge. E Nora Ephron, indimentic­ata autrice di commedie come «Harry ti presento Sally» ma anche appassiona­ta cuoca: quando morì, tre anni fa, lo scrittore Nathan Englander pubblicò sul New Yorker un ricordo affettuosi­ssimo tutto incentrato sulla sua ricetta di torta di mandorle, «la più buona che abbia mai mangiato».

I dolci occupano un posto di primo piano nell’universo culinario-affettivo di Angela Frenda: dalla cioccolata al rum alle cassatine all’imprescind­ibile babà. Ognuno, in questo libro di casa, può trovarci i piatti più congeniali alle proprie corde. Nella mia personale top ten, metterei le montanare e la frittata di pasta, il cacio e pepe, la zuppa di cipolle, la parmigiana di melanzane, la frittura di calamarett­i, lo zabaglione, le meringhe e le ciliegie sotto spirito. Ultimo ma non ultimo, il croissant al prosciutto cotto. Quello appena tagliato, che non è passato dal frigorifer­o. Chi l’ha provato, magari da piccolo, non lo scorda più.

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