Corriere della Sera

Nocciole e acciughe Il pesce «maritato» con la frutta

Nell’Alta Langa, fra la villa dei «conticini» e il buen ritiro degli artisti Marotti e torroni, una cucina semplice ma non facile e mai banale

- di Roberto Perrone

Lo spiedo di Filippo gira lentamente nel camino. A quest’ora, nell’Alta Langa, sceso il sole, sale un bel fresco e si sta bene accanto al fuoco a fissare con doppia libidine, la mia e quella di Enrico Crippa, il capretto che rosola. Enrico è un grande cuoco, migliora sempre con regolarità, ha il ritmo del passista infatti a controllar­e il suo orto va in bici. E, pur mangiando, resta sfacciatam­ente magro. Anche uno tra i migliori cuochi del mondo come lui sa apprezzare la grande cucina semplice. Semplice, ma non facile e mai banale: un capretto asado come quello di Filippo Giaccone oste in Albaretto, come si definisce, mi resterà nel palato e nella memoria a lungo. Straordina­rio, con i carciofi, ma il bouquet di insalata russa, i tajarin al ragù di vitello e la toma di Bossolasco, non sono da meno.

Una grande serata, scaldata dal camino, dall’amicizia e dai commensali, a cominciare da Bruno Ceretto e dai suoi figli, Roberto e Federica, da Enrico e da tutti gli altri. Storie e aneddoti di Langa e non solo. Roberta mi racconta di villa Boasso-Mirafiori, che sta accanto alla tenuta Monsordo Bernardina, il cuore della loro cantina. In villa alloggiava­no i «conticini», come venivano chiamati i figli illegittim­i che Vittorio Emanuele II aveva avuto dalla bella Rosin.

Sono salito fin qua per la nocciola del Piemonte Igp e ho annodato vari sapori. Un convegno celebra la nocciola, difendendo­ne la qualità, unica perché legata a questa terra. Altrove è buona magari, ma non come questa. Il convegno è nel bel borgo di Bossolasco, buen retiro di celebri artisti e scrittori come Enrico Paulucci, Renato Guttuso, Italo Calvino, Mario Soldati e, naturalmen­te, Beppe Fenoglio. Dopo il convegno e prima dello spiedo, assaggiamo le creazioni di Marco Serra, gelatiere in Torino, che ha chiamato il suo negozio «Mara dei boschi», da mara de bois (la fragolina): un gelato alla nocciola gustoso ma leggero e il « marotto » rivisitazi­one del gianduiott­o in forma di gelato, freddo e senza latticini, solo con cioccolato e nocciola.

La «tonda-gentile-trilobata» si sposa con tutto, nel grande Piemonte dolce-salato. I Ceretto, ad esempio, non si dedicano solo alle vigne ma anche ai noccioleti e da questi, con il marchio Relanghe, producono un torrone (e altro) buonissimo. La nocciola va bene anche con le acciughe presenti da sempre nella cucina piemontese e nel piatto simbolo, la bagna cauda. Riccardo Abello è uno degli eredi dei grandi acciugai della Val Maira dove passavano le vie del sale. Ormai giunto, con suo figlio, alla quinta generazion­e, Abello narra di come l’acciuga, pesce povero per antonomasi­a, veniva scambiato con la frutta e la verdura e spesso «maritato» con queste. Abello, che vive a 1.600 metri, produce le acciughe con i capperi o classiche e nel 2010 ha creato la Confratern­ita degli Acciugai della Val Maira per perpetuare il ricordo e favorire la rinascita di un mestiere antico. Il 6 giugno a Dronero gli Acciugai celebrano la loro festa, con altre eccellenze occitane.

Ma è venuto il momento di rendere circolare questo viaggio e tornare ad Alba, a Piazza Duomo, dove mi riprometto di tornare più spesso. Perché piatti come l’insalata del vignaiolo, i gamberi e ciliegie e gli gnocchi di patate con seirass del Fen, ma in generale tutta la cucina di Enrico Crippa, con fondamenta sicure nell’orto, rendono più sostenibil­i la vita in assoluto e la digestione in particolar­e.

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