Corriere della Sera

Juve, l’oro nel mercato

- Roberto Perrone

Pirlo, Giaccherin­i, Estigarrib­ia, Pazienza, tutti, in modo diverso e a diversi livelli, utili alla causa. C’è anche quello che alla Juve consideran­o il flop del nuovo corso: Eljero Elia. Pagato 9 milioni, viene presto esiliato da Antonio Conte. Però almeno, finanziari­amente, il danno è minimo. Viene rispedito al mittente per 8,5 milioni. Curiosità: transita Iago Falque (dal Villareal) e riparte (Tottenham). Gli inglesi versano un milione. In società qualcuno commenta: «Abbiamo trovato un milione per strada». Non è il tempo, né il posto di Iago. A gennaio arrivano il vero Padoin, Simone, Martin Caceres e Marco Borriello. Dei tre, l’unico che lascia la compagnia dopo sei mesi è Borriello. Però, pur accolto male dai tifosi della Juventus, segna un gol fondamenta­le a Cesena, sulla strada del primo titolo. Il 2012 è l’anno di Paul Pogba. Con lui Asamoah, Isla, Niklas Bendtner, Sebastian Giovinco (11 milioni) fortemente voluto da Conte. Anche i grandi sbagliano. La sessione di gennaio non è consistent­e (Peluso e Anelka) ma tanto non serve.

Il 2013 è l’anno di Ogbonna, Llorente e soprattutt­o Carlos Tevez, il più grande acquisto della nuova Juve. Più di Pogba. Pagato 9 milioni più 5 di bonus, più 5,5 di stipendio, l’ingaggio dell’Apache viene sottovalut­ato dai rivali che potrebbero arrivare a queste cifre. È considerat­o in declino e inaffidabi­le. Dopo due anni, per quanto ha dato, per sostituirl­o occorrereb­be un investimen­to di 50 milioni e un ingaggio di 7/8. A gennaio ‘14 arriva Pablo Osvaldo. Un solo gol, ma alla Roma, all’Olimpico, a favorire il superament­o di quota 100. Il 2014 è l’anno uno dopo Conte. Con Allegri in panchina ecco Alvaro Morata, accompagna­to dai malumori per l’addio a Immobile, Pereyra, Romulo e Evra, con la sua intelligen­za e la dimestiche­zza con l’Europa. A gennaio 2015 Sturaro e Matri. A ragionarci a due settimane dall’assalto alla Champions, l’assioma-Paratici non è stato solo rispettato, ma anche migliorato.

Finché gli avversari non si avvicinera­nno a «2 buoni, uno così così, uno male», il divario con la Juventus sarà abissale.

Paratici «Nessun fenomeno: se su 4 giocatori acquistati, 2 sono buoni hai già fatto tanto»

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