Dal «fiuu» al doppio palo classe, voglia e buona sorte
Palo, doppio palo e controdeduzioni. Il tema è delicato e molto poco esatto: gli scongiuri sono comprensibili. Ma il primo a dire «siamo stati bravi e fortunati» dopo la vittoria della decima Coppa Italia è stato Massimiliano Allegri. Per Alessandro Matri, uomo amuleto del tecnico, «certi segnali sul fatto che sia il nostro anno ci sono e bisogna essere bravi a coglierli». Perché poi ci può essere la buona sorte. Ma alla base ci deve essere tutto il resto. E la Juve è full optional. Non per niente questa è anche la stagione del #fiuuu via Twitter del suo allenatore, rilanciato a partire dai gol segnati all’ultimo secondo contro l’Olympiacos (da Pogba) o contro il Torino all’andata (capolavoro di Pirlo). Il clamoroso doppio palo colpito ai supplementari dal laziale Djordjevic sull’1-1 è sembrato un ulteriore segnale di congiunzione astrale favorevole. Perché ci sono anni storti e anni buoni: la manina che in Champions ha estratto Borussia, Monaco e Real, ovvero le migliori avversarie possibili in quel momento, era quella di Kalle Riedle, che nel 1997 tolse alla Juve la Coppa col suo Borussia. La storia prende e poi qualcosa ti rende, fino a dove non si sa. In particolare coi monegaschi nei quarti la Juve ha faticato, passando il turno grazie al rigore di Vidal sul quale il Monaco ha protestato, perché Morata atterrato da Carvalho era leggermente fuori area. Al ritorno, le proteste ci sono state per un rigore non dato. La Juve non ha demeritato, ma si può dire che ha suonato il lato B del proprio disco migliore. Un classico, già sentito a tratti negli ultimi anni con l’Inter, il Chelsea, il Borussia o l’Atletico. Se qualcuno volesse spingersi a fare confronti tra la Juve e un’altra squadra vincente a Berlino, è autorizzato: l’Italia di Lippi trovò l’Australia, battuta con un rigore di Totti nel finale e Ucraina, prima di vincere in volata sulla Germania e battere ai rigori i francesi. La traversa di Trezeguet anche in quel caso poteva sembrare un risarcimento, dopo la beffa di Euro 2000. E anche la Juve, che ha perso le ultime tre finali di Champions giocate, qualche credito con la buonasorte ce l’avrebbe. Ma forse è meglio non dirlo.