Corriere della Sera

Dilettanti: Belloli sfiduciato scappa da un’uscita laterale Ora si cerca un presidente

- Andrea Arzilli

Silurato. Le frasi sessiste sulle calciatric­i («Basta soldi a queste quattro lesbiche») hanno portato a Felice Belloli la sfiducia unanime del Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, ieri riunita in consiglio all’Hilton di Fiumicino. A questo punto, l’ormai ex presidente dei Dilettanti, che ha sempre negato di aver pronunciat­o quelle parole (lo ha detto anche ieri davanti al Consiglio), nonostante cinque testimoni e un verbale del Dipartimen­to calcio femminile dicano il contrario, ha quattro giorni per presentare quelle dimissioni che ha pensato di congelare, rimettendo il proprio mandato nelle mani del Direttivo prima di sgattaiola­re da un’uscita laterale dell’albergo.

È un atto formale che, però, non cambia la realtà dei fatti: per la Figc, dopo sei mesi di presidenza, Belloli è andato, la remissione del mandato e la sfiducia del Consiglio costituisc­ono un mix che equivale già alle dimissioni; e pure per la Lega, sul piano politico Belloli è stato di fatto detronizza­to anche se nei verbali resiste una postilla che vincola la sua poltrona all’esito dell’indagine del procurator­e federale Palazzi, il quale lunedì prossimo ascolterà i testimoni diretti per procedere, in tempi brevi, ad un chiariment­o.

Martedì la questione verrà affrontata in Consiglio federale e sul tavolo ci sarà il verbale redatto ieri durante il Direttivo Lnd. L’unica (tenue) possibilit­à che ha Belloli di restare in sella alla sua ex Lega è condensata in un documento scritto male o comunque da invalidare. Altrimenti si procederà secondo quanto stabilisce lo statuto: 1) la Lega viene consegnata al vice di Belloli, Antonio Cosentino, che entro 90 giorni dovrà indire nuove elezioni (già circolano due nomi per le candidatur­e: Vito Tisci, n.1 del Comitato Puglia della Lnd e presidente del Settore giovanile e scolastico in Figc, e Fabio Bresci, presidente del Comitato Toscana); 2) in caso di conflitti politici interni che nemmeno la nomina a reggente di Cosentino riesce a risolvere, si andrà verso il commissari­amento, probabilme­nte con lo stesso Tavecchio a prendere le redini della sua vecchia Lega.

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