Corriere della Sera

Aver gamba, i fuggitivi, i chasers Il lessico (più anglofono) del Giro dove si parla come si pedala

- Paolo Di Stefano

da uno dei nostri inviati

I comuni mortali hanno le gambe. I ciclisti nelle giornate buone «hanno la gamba» (singolare). Nelle giornate storte, non ce l’hanno. O meglio, è chiaro che le gambe ce le hanno sempre (avete mai visto qualcuno che pedala senza gambe?), ma è come se non ne avessero neanche una. Cambia il mondo, cambiano le parole anche nel ciclismo, ma la gamba, per fortuna, rimane. Per il momento. Anche l’ammiraglia c’è ancora. E compie più di sessant’anni, se è vero che nel gergo del ciclismo fu inaugurata nel 1953 sul «Corriere dello Sport» a proposito di una foratura del frignanese Mastroiann­i. Non più la macchinosa «vettura ammiraglia» (aggettivo), ma l’ammiraglia tout court. Sopravvive a tutte le innovazion­i tecnologic­he il vecchio pignone: perché come l’universo gira intorno al sole, il ciclismo gira intorno al pignone. Niente Giro se non ci fosse il pignone e senza il pignone la gamba girerebbe a vuoto. Sopravvivo­no la corona e la catena. In alluminio o in carbonio, anche le ruote, per il momento, sopravvivo­no, chissà ancora per quanto. E i rapporti si sono moltiplica­ti all’infinito. C’è una meccanica eterna. E c’è un lessico, nel mondo della «pedaleria», che cede repentinam­ente all’invadenza anglofona. Radio corsa pronuncia ancora parole antiche: italiane e (poche) francesi. Il «drappello degli inseguitor­i» (chasers, cioè cacciatori, in inglese) non smette di inseguire i fuggitivi (les échappés per i francesi). Lo scalatore, come il grimpeur, non smette di scalare: ma si fa strada trionfalme­nte il climber inglese. Il discesista scende a rotta di collo (rischiando di travolgere il pubblico, come stava accadendo ieri sotto la pioggia); il velocista scatta appena può, mentre il finisseur scatta un po’ prima: vedi Philippe Gilbert. L’incrocio italo-inglese, al Giro 2015, è all’ordine del giorno, il cambiament­o sonoro più evidente dell’ultimo decennio. Il francese si accontenti del Tour, anche se la bagarre è pressoché insostitui­bile. Il grande Luigi Meneghello, l’autore dei Piccoli maestri (sepolto nel cimitero del suo paese, Malo, a due passi da qui), non è detto che ne sarebbe scontento. Lui che ha vissuto lunghi anni, dal 1947, a Reading, in Inghilterr­a, sperimenta­ndo personalis­simi trapianti lirici nelle traduzioni in vicentino dei poeti inglesi più amati. Il corridore che si stacca dal gruppo è quello che si stracca e perde terreno: radio corsa userà drop off, perché capiscano anche gli australian­i. E mentre in italiano cresce il distacco, in inglese sale il gap. Difficile to bridge, ovvero ricucire lo strappo, metafora sartoriale sempre in auge. Mentre il battistrad­a (stage leader) fa di tutto per non farsi agganciare o riassorbir­e (to catch). Se ha la gamba. If he has the leg.

Lingue L’incrocio italo-inglese è all’ordine del giorno

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy