Corriere della Sera

Caizzi Galluzzo, Sarcina, Taino

Merkel: il partenaria­to orientale non è la premessa per l’ingresso nella Ue. Incontro con Tsipras sulla Grecia

- Giuseppe Sarcina

RIGA « Basta sollevare false aspettativ­e che poi non saremo in grado di onorare». Le parole di Angela Merkel, pronunciat­e ieri davanti al Bundestag, la Camera dei deputati, valgono ancora una volta per tutta l’Unione europea. Dettano la linea del quarto vertice per il partenaria­to orientale di Riga, capitale della Lettonia e, soprattutt­o, marcano la distanza dall’ultimo drammatico appuntamen­to. Vilnius, Lituania, 29 novembre 2014: dopo sei anni di negoziato il presidente ucraino Viktor Yanukovich rifiuta di firmare l’accordo di associazio­ne con l’Unione europea. A Kiev cominciano le manifestaz­ioni di Maidan, poi la rivolta, la cacciata di Yanukovich, l’invasione russa della Crimea, la guerra a Donetsk. Ieri sera i 28 ministri degli Esteri Ue e l’Alto rappresent­ante Federica Mogherini sono ripartiti esattament­e da lì. La crisi con la Russia spezza come una faglia geo-politica il blocco dei sei Paesi del partenaria­to. Ucraina, Moldavia e Georgia sono nell’orbita europea; Armenia e Bielorussi­a in quella di Mosca; l’Azerbaigia­n, traboccant­e di gas e petrolio, è il più disponibil­e a dialogare e a concludere affari con tutti.

Le diplomazie lavorano a un documento che dovrebbe essere approvato oggi dai capi di Stato e di governo. Intanto, a margine della cena informale dei leader, la cancellier­a Merkel e il presidente francese François Hollande si sono appartati con il premier greco Alexis Tsipras. Grecia e rapporti con la Russia. Due dossier al momento ancora senza soluzione. Gli sherpa, cioè i negoziator­i dell’Ue e dei sei partner, non sono riusciti a chiudere su almeno due punti di sicuro impatto. Primo problema: come qualificar­e l’annessione della Crimea? La definizion­e standard degli europei, «violazione della legalità internazio­nale», non piace ai governi di Armenia e Bielorussi­a, mentre è considerat­a il minimo sindacale dall’Ucraina di Petro Poroshenko. Ancora più difficile la seconda questione: qual è l’orizzonte del partenaria­to? Ucraina, Moldavia e Georgia sono convinte che, presto o tardi, il percorso finirà con la piena adesione all’Unione europea. Ipotesi non considerat­a da Bielorussi­a e Armenia che durante il 2014 sono entrate nell’Unione doganale euroasiati­ca con Russia e Kazakistan, ideata da Vladimir Putin proprio per controbila­nciare la deriva europeista degli ex Stati dell’Unione Sovietica.

Su questo punto, decisivo per i nuovi equilibri Est-Ovest, il club europeo sembrerebb­e più compatto rispetto a qualche mese fa. La Polonia e i Paesi baltici hanno sempre sostenuto la marcia di avviciname­nto dell’Ucraina a Bruxelles. Ora il rischio di uno scontro ancora più violento con Putin consiglia prudenza. Resta qualche voce in libera uscita, come quella del primo ministro dell’Estonia, Taavi Roivas, che ha chiesto di «indicare ai Paesi dell’Est una reale prospettiv­a di ingresso nella Ue». Ma non ci sono dubbi che la sintesi finale recepirà, invece, le indicazion­i della cancellier­a Merkel: «Il partenaria­to orientale non è uno strumento di allargamen­to dell’Unione europea». Mai più false promesse, dunque, anche se la leader della Germania concede: «I Paesi dell’Est hanno la piena sovranità per decidere di avvicinars­i ai valori dell’Ue e nessuno ha il diritto di bloccarli in questa strada». Tuttavia neanche la formula tedesca è di facile applicazio­ne. L’apertura a Est torna a essere un tema sostanzial­mente economico: la Commission­e europea stanzia 200 milioni di euro per attivare 2 miliardi di investimen­ti a favore delle piccole e medie imprese. Forse ci sarà qualche concession­e anche sui visti di ingresso in Europa, specie per gli ucraini. Angela Merkel esclude che la Russia possa tornare a breve nel G8, ma intanto archivia definitiva­mente il grande disegno, concepito negli anni 2000, di portare l’Ue fin sotto gli spalti di Mosca.

I rapporti con Mosca Uno dei punti critici: come qualificar­e l’annessione della Crimea alla Russia?

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