Corriere della Sera

Da Matri a Matri: errori, pochi, e colpi, tanti, dei bianconeri

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Con la palla, tonda e quindi instabile, bisogna essere fortunati, però bisogna portarsi avanti. Il vecchio proverbio è più che mai attuale: aiutati che il Ciel ti aiuta. La Juventus aggiunge allo scudetto la «Decima» Coppa Italia. Il gol decisivo lo segna Alessandro Matri, acquisto di gennaio, già fondamenta­le in semifinale a Firenze. Il mercato è la cassaforte della Juventus, qui è custodito il tesoro su cui si basa il successo, anche se, il suo principale artefice, Fabio Paratici, dice che non esistono fenomeni in questo mestiere. «Il migliore è quello che sbaglia meno». Anche il re del mercato di un tempo, Luciano Moggi, del 2000, annuncia: «Abbiamo preso il nuovo Zidane, Fabian O’Neill». Calzettoni bassi, genio in cerca d’espression­e, O’Neill non si esprime. Sparisce. Nel 2003, a 29 anni si ritira. La Juventus lo ha pagato 18 miliardi.

Secondo Fabio Paratici «se prendi quattro giocatori e due sono buoni, uno così così e uno è scarso, hai fatto il botto. Questo non è il minimo, è il massimo». E la Juventus in questo quadrienni­o ha avuto una media altissima. Quando si insedia Andrea Agnelli, nel maggio del 2010, il primo compito della coppia Marotta-Paratici più che comprare è vendere. Madama congeda Camoranesi, Zebina, Trezeguet,Tiago, Poulsen (8 milioni e mezzo dal Liverpool). È vero, ci sono acquisti con il segno meno, ma accanto a Martinez (che si fa male), Aquilani, Krasic, ecco giocatori-pilastri come Bonucci, Storari, Pepe, iellato ma uomo-spogliatoi­o senza pari. E Quagliarel­la, fondamenta­le, dopo un grave infortunio, nel triennio contiano. A gennaio 2011 arrivano Toni, Barzagli e Matri. Matri, in due riprese, e soprattutt­o Barzagli, pagato 300 mila euro, sono ancora tra gli interpreti di questa storia. Toni era in un momento giù, imbolsito dagli acciacchi.

La nuova Juve, comunque, fa esperienza. La campagna rafforzame­nti successiva porta a Torino Lichtstein­er, Vidal, Vucinic,

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