Quando l’amaretto sposa il whisky
Ogni nuovo prodotto italiano, se di qualità, va accolto come si deve. E così, il blog Barfly ha appena festeggiato un neonato di gran classe, il Disaronno Riserva. Si tratta di una miscela tra il tradizionale amaretto di casa Illva con un blend di whisky provenienti da Highlands e Speyside. Il prezioso liquido viene poi messo a riposare in Sicilia, in botti di Marsala Florio in cui già è stato affinato il whisky: sono fatte di legno antico, e le botti sono del 1936. Dopo dodici anni — in cui l’influsso del mare, che si trova lì a un passo, partecipa al gioco —, il Riserva è pronto da assaggiare. Con molta curiosità. È, in sostanza, un gran dopocena, da bere da solo o al massimo accompagnati da un cubetto di ghiaccio. Si tratta di uno spirito da meditazione in cui l’equilibrio dei due componenti va assaporato a piccoli sorsi capaci di estrarre tutto il senso della bevanda. La dolcezza dell’amaretto, infatti, grazie all’aggiunta del whisky, viene superbamente temperata e arricchita di aromi numerosi e complessi. Scoprirli tutti insieme è decisamente un bel gioco. La mandorla, ovviamente, resta. E si sente trionfare. Ma è sfidata di continuo dalle altre note che si susseguono in bocca una dopo l’altra, come in un crescendo che rende la degustazione decisamente piacevole da fare. Insomma, il nuovo arrivato ha davvero un grandissimo fascino. Unico problema, forse, a mio parere, è che il Riserva — che anche come prezzo è di gamma alta — si troverà solo nei duty-free e in pochi negozi di prestigio. D’altronde, ne sono state realizzate solo 10 mila bottiglie. Da notare la confezione, in cui la bottiglia — trasparente per valorizzare l’ambra del liquido — è incastonata in una cornice di legno nero con un effetto di sospensione nel vuoto.