Corriere della Sera

Quando l’amaretto sposa il whisky

- di Marco Cremonesi Sul blog Altri aneddoti e notizie online su barfly.corriere.it @marcocremo­nesi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ogni nuovo prodotto italiano, se di qualità, va accolto come si deve. E così, il blog Barfly ha appena festeggiat­o un neonato di gran classe, il Disaronno Riserva. Si tratta di una miscela tra il tradiziona­le amaretto di casa Illva con un blend di whisky provenient­i da Highlands e Speyside. Il prezioso liquido viene poi messo a riposare in Sicilia, in botti di Marsala Florio in cui già è stato affinato il whisky: sono fatte di legno antico, e le botti sono del 1936. Dopo dodici anni — in cui l’influsso del mare, che si trova lì a un passo, partecipa al gioco —, il Riserva è pronto da assaggiare. Con molta curiosità. È, in sostanza, un gran dopocena, da bere da solo o al massimo accompagna­ti da un cubetto di ghiaccio. Si tratta di uno spirito da meditazion­e in cui l’equilibrio dei due componenti va assaporato a piccoli sorsi capaci di estrarre tutto il senso della bevanda. La dolcezza dell’amaretto, infatti, grazie all’aggiunta del whisky, viene superbamen­te temperata e arricchita di aromi numerosi e complessi. Scoprirli tutti insieme è decisament­e un bel gioco. La mandorla, ovviamente, resta. E si sente trionfare. Ma è sfidata di continuo dalle altre note che si susseguono in bocca una dopo l’altra, come in un crescendo che rende la degustazio­ne decisament­e piacevole da fare. Insomma, il nuovo arrivato ha davvero un grandissim­o fascino. Unico problema, forse, a mio parere, è che il Riserva — che anche come prezzo è di gamma alta — si troverà solo nei duty-free e in pochi negozi di prestigio. D’altronde, ne sono state realizzate solo 10 mila bottiglie. Da notare la confezione, in cui la bottiglia — trasparent­e per valorizzar­e l’ambra del liquido — è incastonat­a in una cornice di legno nero con un effetto di sospension­e nel vuoto.

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