Corriere della Sera

Rapito padre Mourad, in prima linea con Dall’Oglio

- Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO Sono andati a prenderlo nel monastero di Mar Elian, una costruzion­e in pietra nell’oasi appena fuori dalla città di Qaryatay — poco più di novanta chilometri a ovest di Palmira —, i giardini e i terreni dietro la chiesa ad accogliere centinaia di uomini, donne e bambini in fuga dall’Isis. Padre Jacques Mourad, il priore sirocattol­ico, stava organizzan­do gli aiuti alle famiglie sfollate da Palmira quando è stato rapito, nel primo pomeriggio di giovedì, da tre uomini armati col volto coperto: arrivati su due moto, lo hanno costretto a seguirli sulla sua auto. Con padre Mourad è stato sequestrat­o anche un diacono, Boutros Hanna. Mar Elian fa parte della comunità monastica di Deir Mar Musa, fondata nel 1991 dal gesuita Paolo Dall’Oglio proprio assieme a padre Mourad. Il priore sapeva di rischiare la sorte dell’amico gesuita, rapito a Raqqa il 29 luglio 2013 e del quale non si è più saputo nulla. Da quattro anni accoglieva migliaia di profughi, in maggioranz­a musulmani. Padre Nawras Sammour, direttore del «Jesuit Refugee Service» del Medio Oriente, ha spiegato alla fondazione «Aiuto alla Chiesa che soffre» che i sequestrat­ori «appartengo­no sicurament­e a un gruppo jihadista». Giovedì mattina padre Mourad ha mandato un messaggio al sito ( www.marmoussa.info) della comunità: «Gli estremisti di “Daech” s’avvicinano alla città dopo la conquista di Palmira, hanno ucciso, tagliato teste... È terribile ciò che viviamo, oggi ci siamo, domani non si sa. La vita si fa complicata. Pregate per noi». Un’ora prima del rapimento era al telefono con il gesuita Ziad Hilal, di Homs, che racconta: «Gli dicevo di andarsene per un po’, mi ha risposto: come prete e pastore non lascerò mai il luogo finché c’è gente, a meno che non mi caccino via». Alla Radio Vaticana, padre Hilal parla di «panico» a Homs per l’avanzata jihadista. Il nunzio Mario Zenari ricorda che i religiosi rapiti sono sei. Ieri papa Francesco ha scritto via Twitter: «Signore, manda lo Spirito Santo a dare consolazio­ne e fortezza ai cristiani perseguita­ti». Accanto. l’hashtag #free2pray scelto dalla Cei per la veglia di Pentecoste: stasera, nelle diocesi, si pregherà per i «nuovi martiri».

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