Adou, il «niño» del trolley, ora corre e sorride «I piccoli clandestini? Purtroppo sono la normalità» Il caso: nell’enclave spagnola di Ceuta
CEUTA «Quel niño (piccolo) è un simbolo ma sono tanti i migranti minorenni». Adou il bambino ivoriano di otto anni che ha passato la frontiera nascosto in un trolley, alla Croce Rossa di Ceuta lo conoscono bene. «Il suo caso ha fatto discutere per quell’immagine ai raggi-X», spiega il portavoce Germinal Castillo. «Ma è all’ordine del giorno qui». Qui è la frontiera di Tarajal, tra il Marocco e l’enclave spagnola di Ceuta, dove reti alte sette metri costruite con i finanziamenti dell’Ue impediscono il passaggio e dove ogni settimana, in media, trenta migranti entrano clandestinamente con la speranza di vivere in Europa. Settimana scorsa un neonato è stato nascosto nel cruscotto di un’auto. Un altro minore era rannicchiato nel paraurti. Vengono dalla Costa d’Avorio, spesso in fuga dalla guerra, come Adou. Ma c’è anche chi parte dal Ghana, dal Camerun e dall’Africa subsahariana. Arrivano sui canotti spingendosi con remi di legno. Oppure, come nella vicina Melilla, fanno il salto vallado, il salto delle reti. Adou invece no, per 5 mila euro i trafficanti marocchini l’hanno fatto rannicchiare in posizione fetale nella valigia, rischiando di ucciderlo. «Dopo che la Guardia Nacional l’ha liberato si è reso necessario un intervento medico. Ma ora sta bene, quando l’abbiamo visto correre tra le braccia della madre è stata un’emozione incredibile», racconta Francesco Luca Caronna, legale italiano che dalla Spagna sta seguendo il caso e che si sta battendo per la liberazione del padre ancora in carcere a Ceuta. L’attenzione però in Spagna, a poche ore dal voto amministrativo di domenica, è tutta per Adou, che ora è il niño di tutti, nel bene e nel male.