Renzi a Salerno per spingere De Luca: nessuno può darmi lezioni di legalità
Il segretario pd: se la Campania sarà gestita come questa città il Pil salirà dell’1%
SALERNO I più scettici non ci credevano, davano fiato alle voci che parlavano di un grande imbarazzo del segretario e della sua volontà di restare sotto traccia, per non impegnarsi troppo con un candidato così ingombrante e così diverso da lui. E invece Matteo Renzi la faccia ce la mette e vola a Salerno, dove incontra, abbraccia, bacia e offre il suo «totale sostegno» a Vincenzo De Luca, che dopo il suo impegno da sindaco corre per la Regione Campania nelle file del Pd. Fuori, un gruppetto di insegnanti, sotto le insegne del Gilda e del Cobas, contesta rumorosamente Renzi e la riforma della scuola.
Una visita che lascia qualche margine a chi considera solo «un atto dovuto» l’appoggio di Renzi. Perché il segretario arriva all’ultimo, dopo l’annuncio della visita di Berlusconi a Napoli e sceglie di evitare il bagno di folla, partecipando a una convention del Pd locale, con restrizioni decise non a caso: esclusi i rappresentanti delle nove liste d’appoggio a De Luca, tra i quali i famosi «impresentabili», talmente sgraditi da far sì che sia De Luca sia Renzi ripetano che non li voteranno. Per evitare foto compromettenti, porte chiuse e accessi selezionati. E anche le tappe che precedono l’incontro sono riservate a pochi eletti. Il sindaco guida il segretario in alcuni posti chiave della sua Salerno: il centro di compostaggio rifiuti, un porticciolo privato e la cittadella giudiziaria, progettata da David Chipperfield e in via di completamento (Renzi annuncia il via libera del Cipe per il finanziamento finale). Salta la prevista visita a un asilo, per timore di contestazioni.
Ma il leader del Pd, nell’appuntamento finale, coglie l’occasione per contrattaccare, con un riferimento implicito a Roberto Saviano: «Noi non accettiamo lezioni di legalità da nessuno. Siamo il partito che per la prima volta ha commissariato un’azienda sanitaria. E l’abbiamo fatto a Caserta. Siamo
A sinistra Intanto Landini prepara il lancio della Coalizione sociale con una due giorni a inizio giugno
quelli che hanno inasprito le pene per i reati come la corruzione, che hanno fatto la legge contro gli ecoreati». E i «veri impresentabili», spiega De Luca, «sono quelli che tolgono la speranza a una generazione».
Renzi spiega perché ha evitato il capoluogo di Regione: «Perché sono a Salerno e non a Napoli? Al di là del rispetto per San Matteo, il patrono di questa città, è per testimoniare come Salerno è stata governata da De Luca. Se la Campania sarà amministrata come è stata Salerno, il Pil dell’Italia crescerà tra lo 0,5% e 1%». Tra un elogio all’altro a De Luca «sindaco» (anche se «la pensiamo diversamente»), qualche frecciata ai gufi e all’opposizione: « Se qualcuno vuole andare via, andrà via. O resterà. Ma non pensiamo alle dinamiche interne: scaricate la rubrica del telefonino e andate uno per uno a far capire alle persone che questa non è la campagna di De Luca o del Pd, ma è il momento in cui si decide il nostro futuro». A testa alta, come recita lo slogan di De Luca, ma anche «pancia a terra», come chiosa Renzi. Poi un pensiero ai morti in mare: «Seppelliremo i nostri fratelli morti, non rinunceremo alla civiltà in nome di un voto cripto-leghista o di una campagna demagogica». E via, la visita lampo (tre ore) è finita, senza nessun accenno alla possibile decadenza del candidato governatore, per effetto della legge Severino.
Intanto, la sinistra prova a riorganizzarsi. E Maurizio Landini lancia la sua «coalizione sociale» con una due giorni a Roma, il 6 e 7 giugno, preceduta da un documento (anticipato dall’Huffington Post). Nel quale si spiega che la coalizione sarà «al di fuori e non in competizione coi partiti».