Per l’ex premier missione indecisi Ma la «sua» Napoli non è più la stessa
Berlusconi è diventato un pessimista. Anzi, «un ottimista bene informato», spiega. E allora il problema è questo. Può un pessimista convincere gli indecisi? Può uno che quasi arriva a citare l’Eduardo del «fujtevenne», quando dice che «bisognerebbe emigrare da questo paese», dare la giusta carica elettorale? L’ultima volta di Berlusconi a Napoli fu nel maggio del 2011. Quattro anni dopo sembra sia passato un quarto di secolo, se non di più. E non solo perché ora la Mostra d’Oltremare è raggiungibile facilmente senza il traffico delle grandi occasioni e in platea ci sono meno tacchi a spillo. Ma perché il contesto non è più lo stesso. Nella regione più in bilico di tutte le sette in cui si vota, l’unica in cui c’è un governatore in carica da difendere e dove si calcola ci siano circa due milioni tra indecisi e di possibili astensionisti, Berlusconi è tornato a tentare l’impossibile: convertirli alle ragioni di Caldoro il «galantuomo», come lui lo chiama; aiutarlo a vincere contro De Luca il «podestà», come invece lo chiama De Mita anche ora che, nello spazio di una notte, ne è diventato l’alleato di riferimento. A differenza di Renzi, che se l’è presa comoda andando a Salerno a convincere i salernitani, che già lo sono, a diventare deluchiani, Berlusconi ha scelto la piazza più difficile. Che però è anche quella decisiva. Una piazza che conosce bene. Perché è qui che nel 1994 ricevette il primo avviso di garanzia e nel 2008 volò in alto nella considerazione nazionale per aver risolto temporaneamente l’emergenza rifiuti. Ed è qui, ancora, che al tempo di Noemi e poi di Cosentino, è iniziata la stagione degli amori, dei tradimenti, del declino. Anche quattro anni fa, la missione non fu facile, e infatti non riuscì, perché c’era da sostenere la candidatura di Gianni Lettieri a sindaco, battuto da de Magistris. Ma a quel tempo Berlusconi aveva ancora voglia di scherzare. Raccontò la barzelletta della bionda che in aereo gli fece l’identikit dell’amante perfetto: potente come un arabo, romantico come un napoletano. «A proposito, lei come si chiama?» gli chiese la bionda. E lui: «Mohamed Esposito, piacere!». Ora di ridere non se ne parla. Caldoro soffre la crisi di Forza Italia, ha perso i cosentiniani e i demitiani, e perfino de Laurentis, che fa progetti con De Luca. Che fare, allora, per convincere i moderati a votare? A Bari, Berlusconi ha risposto così: «Pregare, pregare, pregare...». A Napoli, dove la situazione è meno compromessa, non è arrivato a tanto. Più pessimista, certo. Ma anche più laico.
mdemarco55