Il presidente del Salone del Libro sotto inchiesta per peculato
I pm di Torino: false fatture per intascarsi i soldi. Picchioni: mai fatto cose simili
TORINO Lunedì scorso, giorno di chiusura dell’ultimo Salone del Libro, Rolando Picchioni, il presidente, in sella da 15 anni, aveva rimesso il mandato citando Gabriel García Márquez: «Non ti dispiacere perché è finita, ma sorridi perché è successo». Un sorriso che si è spezzato nel pomeriggio di ieri quando è trapelata l’indiscrezione di un suo coinvolgimento in un’inchiesta penale.
Picchioni risulta indagato per peculato: è accusato di aver fatto emettere false fatture a persone e ditte compiacenti che avrebbero incassato il denaro dalla fondazione per poi girarlo allo stesso presidente. Ieri carabinieri e finanzieri si sono presentati nella sede della Fondazione con un decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto Andrea Beconi e hanno sequestrato i computer e la documentazione contabile relativa alle ultime tre edizioni del Salone.
Un anno fa lo stesso magistrato aprì un procedimento nei confronti di un ex funzionario Inps, indagato per corruzione. All’epoca le perquisizioni riguardarono anche il computer del presidente Salone del Libro. I magistrati ritenevano che l’ex funzionario, amico di Picchioni, avesse nascosto lì prove dei suoi affari illeciti. Da quel momento, però, l’inchiesta ha preso un’altra strada.
« Sono sbalordito — ha commentato Picchioni raggiunto al telefono — per non avere ricevuto un avviso di garanzia dopo aver parlato con i magistrati, invece che ritrovarmi così al centro dell’attenzione. Avrei favorito delle persone con false fatture, per lavori che non avrebbero fatto al Salone. Ma le pare che io mi interessi di queste cose? ».
L’amarezza di Picchioni si fa più grande per il fatto che questa indagine diventi di pubblico dominio a quattro giorni dalla conclusione del Salone: «Eh sì — dice — queste sono coincidenze strane...». Considerazione ribadita dai legali di Picchioni, gli avvocati Gian Paolo e Valentina Zancan: «Una diffusione mediatica che contrasta con i principi di ogni civile processo».
Picchioni, 79 anni compiuti giovedì, è stato per un decennio parlamentare della Dc e sottosegretario ai Beni culturali dal 1979 al 1982. La sua carriera politica ha poi subito una brusca interruzione per il suo presunto coinvolgimento nello scandalo petroli (fu assolto in istruttoria) e perché il suo nome era tra quelli della lista P2. Negli anni 90 la rinascita e il successo come patron indiscusso del Salone del Libro.