Corriere della Sera

Ottanta ricette di casa e il fuoco lento dei

Da oggi con il il volume di Angela Frenda «Racconti di cucina»

- Isabella Fantigross­i

Nel suo best seller Home Cooking la scrittrice newyorkese Laurie Colwin confessò che cucinare era per lei l’attività più antidepres­siva immaginabi­le. Rintanarsi tra i fornelli era, cioè, come ritrovare se stessa.

Quando, insomma, preparare un pranzo o una cena non è un obbligo faticoso ma è frutto di una scelta, il mondo della cucina può diventare il regno dell’appagament­o e del piacere, il luogo dove esprimere tutta la propria inventiva. Così pensava Colwin. Ma anche la scrittrice e sceneggiat­rice Nora Ephron. E, dopo di loro, Angela Frenda, food editor del Corriere della Sera e autrice di Racconti di cucina. Le 80 ricette perfette della cucina di casa, da oggi in edicola con il quotidiano. «L’idea del libro — racconta lei — è venuta quasi naturalmen­te» dopo la nascita dell’omonima trasmissio­ne sul sito del Corriere. Ma è qualcosa di più di una semplice guida alla preparazio­ne di ottanta piatti.

Se per l’autrice cucinare — e scriverne — è un buon modo per riflettere e per «allontanar­si dai buchi neri», per il lettore Racconti di cucina è un volume da sfogliare con calma, come un «ricettario di famiglia», dove a ogni elenco di ingredient­i corrispond­ono storie, evocazioni, aneddoti e

In edicola

Il volume «Racconti di cucina», in vendita a partire da oggi con il Corriere della Sera: le ricette sono 80, divise in cinque capitoli memorie di una famiglia, quella dell’autrice, che mandava in scena vendette, amori e gelosie proprio intorno alla tavola delle feste.

Così nascono i cinque capitoli del libro, uno di questi — Olga, Nora e le altre — tutto dedicato alla cucina al femminile. I piatti raccontati, per lo più semplici, sono a volte moderni, come la zuppa di gamberi al latte di cocco e curry o la cheesecake alle albicocche sciroppate; ma più spesso recuperati dalla tradizione gastronomi­ca campana (come il tortino di alici e gli altri del capitolo Napoli e dintorni) o dalla letteratur­a, come il biancomang­iare cucinato da Jo March in Piccole donne. Talvolta pensati per essere cucinati e mangiati durante le vacanze di Natale o di Pasqua, come il sartù di riso o la pastiera nel capitolo A casa per le feste. Oppure, come le ricette de I piatti che non tradiscono (quasi) mai, per risolvere in modo astuto le cene imbastite all’ultimo.

Una sezione a parte, infine, è dedicata ai dessert, Tutti i dolci della mia vita. Meringhe, babà, crostate al cioccolato o alle pere. «Cibo di una classe superiore. Prendi un bigné. Lo vogliamo davvero confrontar­e con un ragù? Non c’è partita».

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