La villa-specchio che mi fa sentire re di Barcellona
Il regista Ruggiero e tutta la città dai finestroni
Una finestra su Barcellona. Una scatola di vetro 200 metri sul livello del mare. Che in questi giorni, nella città catalana, significa bikini e birrette sulla spiaggia della Barceloneta. Da quassù, in un coro di uccellini, Gianni Ruggiero, 74 anni, controlla a 360 gradi i movimenti della città. «Da ragazzo, su queste stradine scappavo con le prime fidanzate. Non c’era niente, solo il silenzio magico della collina. Vivere qui era il mio sogno. La mia gioia oggi è riconoscere questa casa come un omaggio all’immaginazione, senza mai un ostacolo visivo davanti» racconta.
Negli anni 90 acquistò il terreno da una famiglia francese. Con l’architetto catalano Tonet Sunyer nasce l’idea di costruire una casa dove tutto fosse a vista. Stanze senza più pareti: solo lastre di vetro. «Lui usava la matita, io con programmi 3D trovavo i suoi errori e visualizzavo le inquadrature. A livello architettonico fu una piacevole follia. Vetri doppi di quelle dimensioni
Dentro e fuori
Gianni Ruggiero, 74 anni: vive a Barcellona da quando ne aveva 22. In alto il fronte della casa ( non li produceva nessuno. Me li hanno fatti apposta degli artigiani di Barcellona: 18 blocchi. Tra trasporto e montaggio me ne hanno rotti 14. Alla fine mi tappavo gli occhi per non vedere».
Ruggiero ha lasciato la sua Milano nel ’64: «Ero un figlio del bar Jamaica, abitavo in Piazza San Marco». A 22 anni, a Barcellona ha iniziato a scattare le collezioni di alta moda della Spagna che usciva dall’oscurantismo. Le sue fotografie arrivano fino a Vogue America. Una vita dietro l’obiettivo. Dalla macchina fotografica alla cinepresa (sulle scale di casa, come un cimelio del suo passato creativo tiene una Arri-