Il falso gelsomino e quei tralci che non volevano districarsi
Tempo fa, per coprire delle arcate in ferro d’una terrazza romana, son stati piantati tre gelsomini delle Azzorre che avevano passato il fulgore della gioventù. Rimasti troppo a lungo in vivaio negli stessi vasi, questi erano completamente cerchiati dalle radici, avevano basi legnose e foglie clorotiche e piccole, causate da «scarpe strette» e «fame». I tentativi di riportarli in salute con potature e concimazioni son serviti a poco. Stufo di passare sotto la bella terrazza e vederla rovinata dai memento mori, lunedì scorso son andato di persona a cambiarli con tre Trachelospermum asiaticum (nella foto), parenti del comune falso gelsomino ma con fiori giallo primula soavemente profumati di tè, invece che col profumo un po’ nauseabondo e appiccicoso del T. jasminoides. I tralci delle nuove piante, fioriti, lunghi 2/3 metri e vigorosamente «avvitucchiati» più tra di loro che sulla canna di sostegno, andavano districati per poterli fissare agli archi. Pensavo di cavarmela con un’oretta di piacevole giardinaggio e ho chiaramente sottovalutato quest’operazione... «Questo è un nodo avviluppato, / questo è un gruppo rintrecciato. / Chi sviluppa più inviluppa, / chi più sgruppa, più raggruppa; ed intanto la mia testa / vola, vola e poi s’arresta; / vo tenton per l’aria oscura, / e comincio a delirar». Il concertato di Cenerentola descrive appieno le tre ore passate a battagliare con tre teste di Medusa, lasciando sul campo un autunno di foglie e corolle e, sugli archi, della verzura che sembrava masticata da una giraffa miope e svogliata. Le piante son sane e in piena crescita, nel giro di 2/3 settimane si rinfoltiranno e saranno di nuovo cariche di fiori, ma non sottovaluterò più l’impresa di adagiare e adattare a un sopporto un rampicante più alto di un metro e mezzo. carlocontesso@yahoo.com
L’impegno
La Fondazione Bisazza per il Design e l’Architettura contemporane aa Montecchio Maggiore (VI) è una organizzazione no profit voluta da Piero Bisazza, che ne è presidente
e dalla sorella Rossella, vice presidente.
Negli oltre 7500 metri quadrati, installazioni di artisti e designer del calibro di Mimmo Paladino, Sandro Chia, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrée Putman, Fabio Novembre
Ulteriori 1000 metri quadrati adiacenti ospitano invece mostre re temporanee affidate a creativi famosi, osi, i quali di volta a in volta contribuisconono alla collezione e con opere sitespecific. teura
Dall’apertura nel 2012 si sono susseguite esposizioni di John Pawson, n, Arik Lévy, chee ha portato quiui la sua prima mostrainstallazione di design; nel 2013 Richard Meier con la sua prima retrospettiva europea, nel 2014 la fotografa tedesca Candida Höfer