Corriere della Sera

I mosaici racchiusi in una libreria per conquistar­e la New York dell’arte

Il nuovo negozio di Bisazza a Chelsea. «Presto mostre tra pouf e decori floreali»

- Silvia Nani

Un paesaggio urbano fatto di edifici bassi dal sapore industrial­e delimitato dalla High Line, la passeggiat­a verde sopraeleva­ta ricavata nel percorso della vecchia ferrovia anni 30 cittadina. New York, Chelsea, in nemmeno mezzo miglio tra la 19esima e la 24esima strada si concentran­o le più prestigios­e gallerie di arte contempora­nea, da David Zwirner alla Gagosian Gallery. Ex garage e depositi dei docks riconverti­ti in spazi-esposizion­e che si sviluppano all’interno, protetti da vetrine quasi inesistent­i: le tendenze nascono lontano da occhi indiscreti, unici testimoni i collezioni­sti e gli appassiona­ti da tutto il mondo.

«È un quartiere che frequento da tempo: ho assistito al suo popolarsi di gallerie trasferite qui da Downtown e alla sua trasformaz­ione in un polo pulsante cittadino, con la High Line frequentat­a come un parco e l’arrivo di un pubblico colto e variegato che gravita nell’orbita dell’arte. Ecco perché questo mi è sembrato il luogo ideale dove trasferire il nostro nuovo negozio», così Piero Bisazza, amministra­tore delegato del marchio di mosaico di vetro che porta il suo nome (e collezioni­ste d’arte lui stesso), introduce l’edificio a doppia altezza all’angolo tra la 20esima strada e la 10a avenue inaugurato la scorsa settimana durante NCYxDesign, la kermesse newyorches­e della creatività.

Una scatola di vetro e metallo di oltre 400 metri quadrati con cinque grandi stanze in sequenza, interconne­sse da un passaggio centrale, alle pareti una «libreria» a doppio livello in legno nero, che racchiude pannelli con i motivi a mosaico della collezione: «Interni a vista e molto più ampi rispetto a quelli che avevamo in Greene Street a Soho, dove siamo rimasti per quasi 15 anni», sottolinea. Esigenza di spazi maggiori, ma non solo: «Soho è in una fase di cambiament­o: nello storico quartiere del design stanno arrivando le firme della moda, ai piccoli negozi subentrano i grandi marchi. A Chelsea oggi nascono nuove realtà residenzia­li di alto livello (lo stesso nostro negozio era nato come “casa campione” per un edificio in vendita a pochi isolati da qui) e questo contesto ora ci è più affine».

Grandi decori floreali per l’ambiente di ingresso, a cui si susseguono i mosaici di design, dal Toile de Jouy reinterpre­tato da Patricia Urquiola ai tulipani di Marcel Wanders, fino alle cementine-novità di India Mahdavi, ma ci sono anche scenografi­ci pannelli dove le piccole tessere di mosaico di vetro riproducon­o teste di guerrieri cinesi: motivi completame­nte diversi tra loro eppure combinati senza contrasti. «La struttura delle “librerie” ci permetterà di sostituirl­i più volte all’anno per poter variare completame­nte il mood dei vari ambienti: per adeguarci alla stagione, alle suggestion­i della moda, agli stimoli esterni». Ispirazion­i per architetti e decoratori che frequentan­o il negozio: « A New York il gusto è colto, più simile a quello italiano rispetto a Miami e San Francisco, ma con un’inclinazio­ne più spiccata per la decorazion­e».

Pochi gli arredi, e la volontà è chiara: «Qualche icona del design ma “neutra” (come i tavoli e le sedie di Saarinen e i divani classici di De Padova) e i nostri pouf disegnati da Marcel Wanders. Per non rubare la scena al mosaico». Ma c’è di più, e Piero Bisazza lo svela con modestia quasi sottovoce (ma non senza un pizzico di orgoglio): «L’idea è che in futuro questo diventi un negozio-galleria, un luogo dove poter ospitare mostre temporanee con pezzi provenient­i dalla Fondazione Bisazza: quest’anno abbiamo fatto una pausa per concentrar­ci sull’apertura newyorches­e ma stiamo già lavorando per l’esposizion­e per il 2016. Con una piccola sezione da portare qui». Un corridoio nascosto, una scala avvolta da vetrate ed ecco svelarsi l’ultimo ambiente «segreto»: la terrazza piantumata sovrastant­e, quasi una dependance della High Line che scorre a pochi metri, con vista su Chelsea, il nuovo Whitney Museum di Renzo Piano e l’Hudson, sullo sfondo l’Empire State Building. «Qualche pezzo d’arte arriverà anche qui — conclude Piero Bisazza — ma la scena rimarrà alla città».

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Scenografi­co Accanto, Piero Bisazza nel negozio Bisazza (foto Eric Hason), appena aperto a New York nel quartiere di Chelsea, una sequenza di ambienti a doppia altezza. Sotto, la serata di inaugurazi­one (foto Matthew Carasella)

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