Fiere del design La Grande Mela rispetta l’Italia
ANew York, nei dodici giorni dell’evento dedicato al design NYCxDesign (dal 8 al 19 maggio scorsi) significativa la presenza del «made in Italy». Il quartiere di Soho, tra Greene Street e Wooster Street, dal 16 si è animato con le inaugurazioni dei nuovi allestimenti (tra gli altri) di B&B Italia, Cappellini, la percentuale di crescita nel ‘14 dell’export per il nostro arredo negli Usa Cassina, Moroso, Poltrona Frau, Kartell, Artemide, Foscarini: novità del Salone del Mobile, per alcuni persino installazioni e piccole serie dedicate, rivolte a un pubblico di studi di architettura e interior decorator.
Da ICFF, la principale fiera di design del nord America che si è svolta in concomitanza, molti i riconoscimenti per Ceramics of Italy, 22 marchi di ceramiche italiane presenti assieme in un unico padiglione sotto l’egida di Confindustria Ceramica e ICE. Partecipazioni italiane anche nella fiera emergente, più alternativa e «contaminata», Wanted Design (quest’anno sdoppiata con un’ulteriore edizione a Brooklyn), che nella sede principale a Chelsea ha ospitato gli oggetti per la tavola e gli arredi (in collaborazione con Moroso e Foscarini) di Seletti, nuovi mobili da esterno di Gufram disegnati da Karim Rashid, pezzi di Driade e Alcantara.
Ma la testimonianza di quanto il design italiano rappresenti
Autorevolezza Non solo arredi: dalle ceramiche agli oggetti per la tavola siamo un punto di riferimento
ancora il punto di riferimento per il mondo del progetto americano si è vista a Collective Design (gallerie scelte che esponevano in un edificio industriale a West Soho pezzi unici e limited edition del 20° secolo), con il focus sull’Italia a cura di Stefano Tonchi, direttore (toscano) del sofisticato magazine di lifestyle W: un talk e una «stanza» arredata con pezzi del 1930, carte da parati fornasettiane, oggetti di Memphis. Generi ed epoche diverse, design e protodesign. Per dire come lo stile italiano sappia travalicare, indenne, epoche e confini culturali.