Ansaldo Sts, la ripicca di Pechino per la cessione Rallenta l’Opa di Hitachi La vicenda
La chiusura dell’operazione slitterà di qualche mese rispetto alla tabella di marcia. Il passaggio del 40% di Ansaldo Sts (e del 100% di Ansaldo Breda) ai giapponesi di Hitachi dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. C’è qualche intoppo burocratico. Soprattutto in Cina dove l’antitrust locale sta valutando con la lente d’ingrandimento l’integrazione pur non riscontrando alcun problema di concentrazione. Le due realtà, Hitachi e Sts, insieme hanno un giro d’affari non rilevante nel Paese del Dragone (52 milioni di euro) dove la politica iper-dirigista del partito comunista non prevede grandi slanci se non con jointventure locali. I maligni osservano che Pechino avrebbe il dente avvelenato perché la controllante Finmeccanica avrebbe preferito i giapponesi di Hitachi alla cordata cinese riconducibile a Insigma. Stefano Siragusa, amministratore delegato di Ansaldo Sts, si dice sicuro che non ci saranno ulteriori slittamenti. Rassicurando anche sulla tenuta occupazionale: «La metà del nostro personale in Italia è composta da ingegneri. Iper-specializzata, al lavoro nei due centri di Genova e Napoli. Così come la nostra propensione all’export (l’85% degli ordinativi ad Sts arriva dall’estero, ndr.) in un segmento, il segnalamento ferroviario, in cui Hitachi è pressoché scoperta».