Quegli strani 59 km, tutti i segreti per affrontare la crono
La Treviso-Valdobbiadene dovrebbe sfuggire alla monotona legge dei numeri che governa le cronometro tradizionali. Troppo lunga (59,4 km) e stramba (metà biliardo, metà salita e saliscendi) per essere pianificata sulle «curve di potenza» con cui di solito i ciclisti calibrano il motore a tavolino impostando le velocità di corsa. La tattica di Fabio Aru sarà un misto di certezze e aggiustamenti dell’ultimo minuto. Ecco le certezze, secondo l’allenatore Maurizio Mazzoleni: «Uno, alimentazione rinforzata per sostenere uno sforzo di un’ora e 20’. Due, riscaldamento tranquillo perché non si parte a tutta. Tre, nessun cambio di bicicletta a inizio salita. Quella da crono basta e avanza. Quattro, niente suddivisione dello sforzo in due sole metà, salita e discesa. Servono più punti di riferimento mentali». Gli aggiustamenti in corso d’opera? Ancora Mazzoleni: «Per suggerire a Fabio delle potenze di riferimento analizzeremo la corsa di Kangert, ottimo specialista che parte un’ora prima di lui. Abbiamo pochissimo tempo ma proveremo a trasformare tutto in input che Fabio filtrerà con le sue sensazioni». L’imperativo è arrivare freschi negli ultimi 10 km. Qui si farà la differenza. L’obiettivo è perdere da Contador un secondo al km. Lo scorso anno alla Vuelta Fabio ne cedette più del doppio. Rispetto al passato, però, d’inverno sulla bici da crono ha lavorato il triplo.