Corriere della Sera

Il fuoco amico su Tsipras dall’ala estrema del suo partito

- Di Maria Serena Natale

Una cosa preoccupa il premier greco Alexis Tsipras più dell’isolamento internazio­nale, il fuoco amico. La drammatizz­azione dei toni di queste ore, condensata nelle parole solenni del ministro delle Finanze Yanis Varoufakis («è l’inizio della fine»), mira a creare un clima da stato d’emergenza non solo per alzare la pressione nella trattativa con i creditori ma anche per respingere gli assalti provenient­i dallo stesso partito di governo, Syriza. Una volta raggiunto l’accordo di Bruxelles, si spalanca il fronte interno. Non è un caso che le dichiarazi­oni che allarmano l’Europa siano arrivate nel weekend del Congresso della sinistra radicale ad Atene. L’eventuale intesa sul prestito dovrebbe superare il voto di fiducia in Parlamento, ovvero l’esame delle frange oltranzist­e del partito, che alle elezioni del 25 gennaio non era arrivato alla maggioranz­a assoluta per soli due seggi e aveva dovuto formare una coalizione con la destra nazionalis­ta. Finora il nucleo duro e ideologico di Syriza, raccolto intorno al cerchio magico della «Piattaform­a di sinistra», ha fatto del programma preelettor­ale una linea rossa invalicabi­le. Per essere approvato, l’accordo non dovrà contenere misure più dolorose di quelle previste dal patto con gli elettori. Cosa pressoché impossibil­e, come è emerso in questi quattro mesi di corpo a corpo tra Atene e le istituzion­i creditrici. In caso di mancato via libera della «sua» sinistra, Tsipras si vedrebbe costretto a ricorrere al sostegno esterno di conservato­ri o socialisti, inaccettab­ile per il leader che aveva promesso la rivoluzion­e. Ecco perché, in chiusura del Congresso, il primo ministro ha lasciato filtrare un ultimatum rivolto ai suoi: se l’intesa non passa si torna al voto, e niente «traditori» sulle liste. Messaggio indiretto a oppositori interni come il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, che ieri ha escluso qualsiasi apertura alle richieste dei creditori definendo le loro politiche «una delle più orribili pratiche di ricatto della Storia», o la Speaker della Camera Zoi Konstantop­oulou, che in Parlamento conduce ormai una sua «agenda parallela» rallentand­o l’iter dei pochi provvedime­nti approvati nelle ultime settimane. Chi la conosce non ha dubbi, punta alla leadership di Syriza.

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