Corriere della Sera

Berlusconi nel salotto di Fazio: una convention per il mio erede

«Sono incandidab­ile, conoscete la mia età, però nessuno si è fatto vivo»

- Paola Di Caro Tommaso Labate

a prescinder­e dai diretti interessat­i. Ma degli «schemi» legati ai nomi stessi. Per esempio, tra gli azzurri, è già in corso una sfida sottotracc­ia tra chi difende le ragioni di un’alleanza «paritaria» con la Lega e chi, al contrario, vorrebbe lanciare il guanto di sfida a Matteo Salvini.

Della prima scuola di pensiero fa parte Giovanni Toti, costi battezzare — «Nella mia vita tante volte mi hanno detto che stavo tentando un’impresa impossibil­e, e invece ho sempre portato tutto a termine...» — lui sa che non potrà essere il leader: «Sono incandidab­ile, e conoscete la mia età... Potrà dare una spinta a questo sogno, ma ci sono personaggi di FI e no che potranno guidare questa coalizione». Chi, non si sa: «Non siamo in una monarchia, è il popolo che decide a chi affidarsi. Un mio erede? Mai pensato, non si è fatto vivo, se c’è si faccia avanti. Il carisma o lo si ha o non lo si ha. Il metodo di scelta? Magari una o più convention come in America». Ma non sembra un cammino facile se alcuni che potrebbero far parte del progetto » — Alfano, Fitto — vengono attaccati a testa bassa: «Sono profession­isti della politica, pensano solo al proprio tornaconto, allo stipendio, trattano i partiti come taxi... Alfano? È attaccato alla sua poltrona con molto affetto...». che non a caso è finito nel totonomi sulla succession­e. «E per questo » , scherzava con gli amici ieri il candidato governator­e della Liguria, «devo senz’altro ringraziar­e Renzi, che mi attacca sempre». Renzi o non Renzi, il consiglier­e politico dell’ex premier sta tessendo una sua tela politica. Due giorni fa ha incontrato il coordinato­re del Nuovo centrodest­ra Gaetano Quagliarie­llo. E, nei prossimi giorni, sarà protagonis­ta di comizi con Salvini (domani), Berlusconi (mercoledì) e Giorgia Meloni (giovedì).

Morale della favola? Se l’esito delle Regionali costringes­se FI ad avviare un «percorso federativo» con gli altri alleati,

Difficile sembra pure trasmetter­e agli italiani il brivido di un nuovo programma. C’è un’apertura sui diritti civili: «È giusto che fidanzati dello stesso sesso possano assistere il compagno in ospedale o lasciare un’eredità». E c’è il rilancio della «rivoluzion­e liberale» di cui lui stesso parla da 20 anni, l’unica possibile per il paese e fatta di «riforma della burocrazia, del sistema fiscale, della giustizia». Riforme che potrebbe tornare a trattare con Renzi se volesse, ma così non sarà: «Un nuovo Nazareno? Lo escludo, mi spiace ma è così. Quello non era un contratto con delle regole, ma un metodo che consisteva nel lavorare insieme per cambiare le istituzion­i. Abbiamo accettato anche cose inaccettab­ili in nome di quel metodo, ma poi Renzi ci ha imposto la scelta sul capo dello Stato, ha deciso tutto da solo». Questa sembra una fine vera, sul resto si vedrà.

Escludo un nuovo Nazareno: era un metodo per lavorare insieme, poi Renzi ha deciso da solo Persone come Fitto e Alfano pensano solo allo stipendio, trattano i partiti come taxi Il no di Marina, la tentazione di Barbara e per ora Mara prende tempo Sul successore è già guerra tra fazioni

difficile non pensare a lui come «portabandi­era azzurro». O a Mara Carfagna, che ieri — durante l’Intervista con Maria Latella su SkyTg24 — ha preso di petto le voci su una sua candidatur­a («Non si tratta di ambizione personale») chiarendo In tv Mara Carfagna, responsabi­le dei diritti in Forza Italia, ieri ospite di Maria Latella su Sky Tg24 non a caso che «dobbiamo capire se dobbiamo ricostruir­e il centrodest­ra e anche che cosa vuole Salvini».

Ma contro questa scuola di pensiero, dentro Forza Italia già si muovono quelli che non vogliono rischiare di finire «subalterni» alla Lega. In cima alla lista c’è la falange lombarda, di cui fanno parte Paolo Romani e Mariastell­a Gelmini. Per loro, del successore di Berlusconi conta soprattutt­o il cognome. Che dev’essere «Berlusconi», poco importa se Marina (che rifiuta) o Barbara (dec i s a m e n te p i ù te n t a t a dall’ipotesi). In fondo, è l’unico antidoto per evitare che FI accetti di mettere in palio la leadership del centrodest­ra alle primarie. Col rischio di doverla cedere a Salvini. È un rischio a cui pensa anche l’ex premier. Che infatti, per tranquilli­zzare i suoi, l’ha detto anche da Fabio Fazio: «Il mio erede, per ora, non s’è ancora fatto vivo».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy