I precedenti
Per la prima volta si siede nel salotto di Fabio Fazio, e l’immagine che offre di sé è — per necessità o per scelta — quella di un leader che non può più guidare le truppe del centrodestra in prima persona, ma ispirarle, convincerle, riunirle, nel ruolo di padre nobile e non di condottiero unico. Silvio Berlusconi torna in tivù «dopo un anno», ci tiene a rimarcarlo, a Che tempo che fa. Senza battute a raffica — solo un invito accorato a Fazio a tagliarsi la barba —, senza l’istrionico spirito che ne ha caratterizzato l’intera storia politica, ma quasi per rassicurare il suo popolo che c’è ancora, che da lui non ci si può aspettare una sfida a Renzi sul terreno del premier — l’iperattivismo, la corsa, le ambizioni giovanili —, ma si può contare sulla solidità di un leader che ne ha vissute tante, che ha l’esperienza di una vita e che ha anche sofferto molto.
Usa poche e forti parole per raccontare gli otto mesi di servizi sociali: «Sono stato una pausa per le persone, ho visto tanta dedizione e passione da operatori umanitari che mi ha confortato». E indica quello che a suo dire è stato il motivo del crollo di FI e della crescita di Renzi e Salvini: «Loro sono 6 ore a settimana in tivù, io zero. Se uno sta sempre in tivù non si può resistere. Io non ho partecipato a trasmissioni non potevo, e non posso. La questione per la magistratura mi impedisce di farlo...», dice sibillino, aggiungendo che mai le sue tv «hanno fatto politica».
Berlusconi non regala nuove proposte o slogan. Insiste invece su quella che è diventata la sua missione: lavorare per rifondare il centrodestra creando «non un partito, ma una specie di comitato elettorale, che non si chiamerà partito repubblicano perché è già esistito e che dovrà essere non solo una coalizione di partiti ma il luogo dove club, associazioni, professionisti, cittadini si ritrovano come moderati». Di questa creatura che vuole a tutti i
Nel 2013
L’11 gennaio 2013 Silvio Berlusconi è a
di Michele Santoro: con ironia spolvera la sedia su cui stava Marco Travaglio
Nel 2006
Il 12 marzo 2006 Berlusconi lascia in anticipo invitando Lucia Annunziata a vergognarsi: il leader è irritato dalle interruzioni