La stretta di Putin sulle organizzazioni non governative
Visto che i rapporti con l’Occidente si inaspriscono, Putin emana una nuova legge per rendere ancora più difficile (se non impossibile) l’attività delle organizzazioni straniere che si occupano di politica in Russia. Anche se per ora nel Paese non c’è il minimo rischio di una rivoluzione «colorata», su modello ucraino o georgiano, il presidente non vuole correre rischi. Qualunque organizzazione non governativa può essere dichiarata «indesiderata» dalla Procura se minaccia l’ordine costituzionale del Paese, la sua difesa o la sicurezza. La misura (appositamente vaga), che prevede fino a 6 anni di carcere anche per i cittadini russi che dovessero collaborare con le strutture fuori-legge, è stata subito contestata dall’opposizione come da Europa e Usa. «Un passo preoccupante nell’ambito di una serie di restrizioni nei confronti della società civile», tuona l’Ue. Il Dipartimento di Stato ha detto che l’America è «profondamente turbata» dalla norma. La legge segue quella che ha classificato come «agente straniero» le organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero.