Corriere della Sera

La piazza, specchio delle identità europee

- Di Pierluigi Panza

a casa è la patria» diceva Walter Benjamin, è il principio dell’identità e per questo motivo un individuo dice «la mia casa» o «torno a casa». Un europeo, però, potrebbe analogamen­te dire «La piazza è la patria», ovvero è il luogo dove da sempre si è formata la società e l’identità europea. E la piazza è anche un linguaggio, che si può capire attraverso un codice. Tanto che si può sostenere che a ogni tipo di piazza corrispond­a un’idea di polis, comunità, appartenen­za. Perché ogni tipo di piazza, dal passato a oggi, è stata progettata e costruita con un significat­o che la rendeva riconoscib­ile e diversa dalle altre.

È questa la tesi dell’ampia e documentat­a analisi svolta dallo storico delle città Marco Romano in La piazza europea (Marsilio, pp.196, 19). Romano, già direttore del Dipartimen­to di Urbanistic­a dello Iuav, è autore di numerosi saggi tra i quali L’estetica della città europea (Einaudi) e Liberi di costruire (Bollati Boringhier­i).

La sua dettagliat­a analisi è per tipi e significat­i. Romano individua le costanti e anche il ripresenta­rsi di codici urbani, accostamen­ti, destinazio­ni d’uso, varianti tipologich­e delle piazze in rapporto a uso e senso. Rispetto alla civiltà islamica o altre, quella Occidental­e è la sola il cui sviluppo si possa ritenere avvenuto intorno alla piazza, uno spazio pubblico che accompagna la nascita delle città, la formazione degli Stati e dei momenti celebrativ­i. La piazza europea è un «monumento» nel senso di «memento», luogo del ricordo collettivo.

Nel libro si avverte anche l’esito che questo spazio sta subendo nella tarda postmodern­ità virtuale: la sua cancellazi­one nei piani urbanistic­i delle periferie, la sua perdita di contenuto simbolico (vedi, nella foto, La tavola di Urbino) e anche il suo diventare luogo di emarginazi­one. Un tempo, conquistar­e la piazza significav­a prendere il potere. Così deve aver pensato anche George Bush quando, dopo aver visto i militari Usa entrare nella piazza centrale di Bagdad e abbattere la statua di Saddam Hussein, ha dichiarato che gli Stati Uniti avevano vinto la guerra. Come sappiamo, le cose non sono andate così. Oggi, controllar­e la piazza di pietra non è più sufficient­e. C’è una piazza virtuale con la quale fare i conti.

 ??  ??
 ??  ?? Dall’alto: il calendario solare scolpito sulla Piedra del Sol; maschera atzeca decorata con turchesi; l’incontro tra Cortés e Montezuma (1650, stampa, Washington, Biblioteca del Congresso)
Dall’alto: il calendario solare scolpito sulla Piedra del Sol; maschera atzeca decorata con turchesi; l’incontro tra Cortés e Montezuma (1650, stampa, Washington, Biblioteca del Congresso)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy