Corriere della Sera

I Coen: i riconoscim­enti non bastavano per tutti

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Stefania Ulivi

Non è un festival per italiani quello della giuria presieduta da Joel e Ethan Coen. «Ci sono piaciuti diversi film, non c’era modo di dare premi a tutti», è il commento, diplomatic­o, dei due. Non c’è verso, neanche di fronte all’insistenza di giornalist­i francesi e americani, più stupiti anche degli italiani per l’assenza dei nostri cineasti dal palmarès, di saperne di più. «Questa non è una giuria di critici cinematogr­afici ma di artisti», gioca in difesa Joel. E Ethan rilancia: «È come un gioco di scacchi, le regole sono complicate». Solo Rossy, l’attrice di Pedro Almodóvar, fa un riferiment­o esplicito a Mia madre di Moretti. «Mi dispiace che non sia previsto un premio alla miglior attrice non protagonis­ta. Giulia Lazzarini, con la sua grazia, l’avrebbe meritato. Mi ha molto impression­ato». Di certo ha pesato l’assenza di un giurato italiano. A dispetto di quel che ripetono Coen & C. ognuno, se può, tira acqua al proprio mulino. Nel caso di Sophie Marceau, raggiante fin dal red carpet, nessuno avrebbe scommesso su tre riconoscim­enti alla Francia, di cui uno, quello a Emmanuelle Bercot per Mon roi di Maïwenn, del tutto inaspettat­o (anche per la diretta interessat­a, è sembrato). Una sorpresa pure il messicano Michel Franco, premiato per la sceneggiat­ura di Chronic, che ha ringraziat­o in spagnolo Guillermo Del Toro. Unanimità sulla Palma d’oro, assicura Joel Coen. «L’abbiamo decisa rapidament­e. Di Dheepan eravamo tutti entusiasti, è un film magnifico». E anche Son of Saul di László Nemes (Grand Prix) ha convinto i nove, ma più lentamente. «Alcuni film hanno trovato strade diverse dentro di noi, altri si impongono, altri richiedono una digestione molto più lenta. Mi ricordo quando siamo usciti da Son of Saul, c’è stato un lungo momento di riflession­e. Niente, comunque, è passato inosservat­o, abbiamo discusso ogni singolo film» assicura Xavier Dolan, che l’anno scorso qui ha vinto il premio della giuria con Mommy. Il giovane regista canadese ha lamentato la scarsità di ruoli femminili. «Nei film del concorso c’erano poche donne protagonis­te». Ma di fronte alla domanda: perché dividere la coppia di Carol, Rooney Mara premiata e Cate Blanchett (superfavor­ita della vigilia) no, Ethan torna a chiamare in causa il regolament­o che non permette di dare due premi allo stesso film.

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