Corriere della Sera

Migranti, un colpo all’Italia

I limiti sulle quote: trasferibi­li all’estero solo eritrei e siriani dei futuri sbarchi

- di Fiorenza Sarzanini

La distribuzi­one dei migranti in Europa riguarderà solo gli arrivi successivi all’approvazio­ne definitiva delle nuove misure, sarà limitata a sole 24 mila persone in due anni e ad alcune nazionalit­à. Alla vigilia della riunione europea su questo tema, il piano di accoglienz­a gela le aspettativ­e di chi sperava in un aiuto più deciso dall’Unione.

La distribuzi­one di migranti in Europa riguarderà i nuovi arrivi. Nessuno fra gli stranieri già presenti in Italia potrà essere trasferito in un altro Stato. Alla vigilia della riunione prevista per domani, la Commission­e europea mette a punto il nuovo piano di accoglienz­a. E gela le aspettativ­e di chi, nel nostro Paese, pensava che la partita potesse considerar­si chiusa. L’opposizion­e di Francia e Spagna — oltre a Ungheria e numerosi altri membri — evidenteme­nte pesa sulle scelte del presidente Jean-Claude Juncker e porta a rivedere anche alcuni punti che sembravano decisi. Perché è vero che rimane fissata la quota di 24 mila persone da mandare altrove, però questa cifra dovrà essere spalmata su due anni. E comunque non potrà comprender­e tutte le nazionalit­à. Nuove trattative sono in corso, ma al momento la proposta appare ben lontana da quanto era stato promesso dopo il naufragio di fine aprile nel Mediterran­eo che aveva provocato almeno 700 vittime. Anche tenendo conto delle clausole da rispettare per ottenere poi l’alleggerim­ento delle presenze. Solo nuovi sbarchi

La proposta, che dovrà essere esaminata da tutti i componenti dell’Unione, prevede la possibilit­à di smistament­o soltanto per i profughi giunti dopo l’approvazio­ne delle nuove misure. E dunque, se davvero il via libera arriverà nel corso della riunione dei capi di Stato e di governo fissata per il 26 giugno, riguarderà esclusivam­ente gli sbarchi a partire da luglio. L’Italia dovrà continuare a farsi carico dei circa 90 mila migranti già arrivati a sistemati nei centri di accoglienz­a e nelle strutture private messe a disposizio­ne grazie al lavoro delle prefetture. Ma vuol dire soprattutt­o che gli effetti non potranno essere quelli sperati. Anche perché, ed è questa la seconda «criticità», i 24 mila stranieri potranno essere trasferiti nel corso dei prossimi due anni. Il piano viene considerat­o di emergenza, i negoziati dei prossimi giorni punteranno a modificare questo aspetto per chiedere che si arrivi a un sistema stabile con la partecipaz­ione della maggior parte degli Stati. Obiettivo dell’Italia è quello di rivedere i criteri di distribuzi­one per poter contare sull’appoggio dell’Europa in caso di nuove ondate. Però non è affatto scontato che ciò accada visto che dopo la contrariet­à espressa da Parigi e Madrid dalla bozza è sparito il termine «quote» e si parla di redistribu­zione, esattament­e come aveva chiesto il presidente francese François Hollande. Eritrei e siriani

Perplessit­à anche per le limitazion­i sulla nazionalit­à di chi potrà lasciare il nostro Paese. La regola fissata dalla Commission­e prevede infatti che possano essere «ricollocat­i» soltanto «i richiedent­i asilo che godono del regime di protezione nel 75 per cento degli Stati membri». Una caratteris­tica che hanno gli eritrei e i siriani. I primi sono l’etnia più numerosa giunta quest’anno sulle nostre coste. Su 41.470 sbarcati dal primo gennaio, ne sono arrivati 10.092 pari al 24 per cento del totale e dunque averli compresi nell’elenco potrà in futuro alleggerir­e le presenze. Dalla Siria sono invece approdate appena 2.790 persone, il 7 per cento. All’Italia spetterà assistere tutti gli altri stranieri.

I report trimestral­i

In ogni caso la distribuzi­one potrà avvenire soltanto quando entreranno in funzione i centri di smistament­o «hotspot» e arriverann­o i team internazio­nali composti da funzionari di Frontex, Europol ed Easo per collaborar­e alle procedure di identifica­zione e di fotosegnal­amento. Ogni tre mesi l’Italia dovrà inviare a Bruxelles una relazione per dare conto di quanto è stato fatto, in modo da tenere sempre aggiornata la situazione dei richiedent­i asilo. Un ulteriore obbligo sul quale si cercherà di negoziare fino alla riunione dei ministri dell’Interno della Ue convocata per il 15 giugno.

Il vincolo Lo smistament­o sarà limitato ai profughi giunti dopo il via libera definitivo al pacchetto

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