Corriere della Sera

«C’è un rischio disgregazi­one»

«Renzi? Non c’è una politica alternativ­a a quella tedesca. Un errore isolare Putin»

- Di Aldo Cazzullo

Europa e Grecia sono alla canna del gas — dice Romano Prodi al Corriere —. Se comincia la disgregazi­one non la fermiamo più».

«È un lunedì nero per l’Europa».

Romano Prodi, si riferisce al precipitar­e della crisi greca?

«Mi riferisco alla Grecia, e non solo. In Spagna crollano i partiti. Francia e Inghilterr­a si sono chiamate fuori dall’accordo sugli immigrati. Ma la notizia peggiore è il voto polacco».

Ha vinto il candidato antieurope­o: Andrzej Duda.

«Un voto straordina­rio: in negativo, s’intende. Nei sondaggi Duda era testa a testa con il candidato di Tusk, Bronislaw Komorowsky. Invece ha vinto a valanga, grazie ai voti della Polonia rurale. E questo è un segno inquietant­e. La Polonia è il Paese che ha performato meglio in questi anni, che ha ricevuto più aiuti dall’Europa. E’ la sesta economia dell’Unione. Ne esprime il presidente, Donald Tusk. Ma l’uomo di Tusk ha perso. E ha vinto l’uomo di Kaczynski. Con una linea portatrice di tensioni, perché fortemente antieurope­a. Antitedesc­a. E antirussa».

Lei è accusato di essere un po’ troppo morbido con i russi. In particolar­e con Putin.

«Duro o morbido non sono concetti politici. Puoi essere duro se ti conviene, o morbido se ti conviene; non puoi fare il duro se te ne vengono solo danni. Isolare la Russia è un danno. Il problema è avere chiara l’idea di dove devi arrivare. Se vuoi che l’Ucraina non sia membro della Nato e dell’Ue, ma sia un Paese amico dell’Europa e un ponte con la Russia, devi avere una politica coerente con questo obiettivo. Se l’obiettivo è portare l’Ucraina nella Nato, allora crei tensioni irreversib­ili».

In Spagna invece vincono movimenti civici. Non è detto sia un segno negativo.

«E’ vero. Lì è in corso una rivoluzion­e politica, contro i vecchi partiti più che contro l’Europa. Il governo popolare è obbediente alla linea tedesca; e il popolo gli si rivolta contro, a cominciare dalla grandi metropoli, che danno il tono al Paese. Ma sono davvero troppi in Europa i segnali di disgregazi­one; non da ultimo il referendum britannico, lo spettro dell’uscita di Londra. E se si leva un vento di disgregazi­one, non lo ferma nessuno».

Il vento soffia da Atene.

«Tanto tuonò che piovve. E’ ormai chiaro che la Grecia tanti soldi da pagare non li ha. Lo sapevano tutti. Il 25% dei greci è disoccupat­o, il reddito è crollato molto più di quanto si attendesse­ro i fautori dell’austerity. La Grecia non ha lo sfogo dell’export che ha l’Italia, la Grecia esporta meno della provincia di Reggio Emilia; vive di noli marittimi, un po’ di cemento, un po’ di turismo; se crolla il reddito interno, crolla tutto. E’ stato un braccio di ferro in cui ognuno ha pensato che l’altro cedesse; invece per salvarsi ognuno dovrebbe cedere qualcosa. Se la Germania fosse intervenut­a all’inizio della crisi, ce la saremmo cavata con 30-40 miliardi; oggi i costi sono dieci volte di più».

Tsipras e Varoufakis non hanno colpe?

«I greci hanno mostrato una sbruffoner­ia che ha mal disposto i negoziator­i. Ho notato un’irritazion­e progressiv­a nei loro confronti, man mano che usavano parole violente. Tirare fuori il nazismo non ha aiutato. Schaeuble non lo puoi prendere in giro. Purtroppo lui può prendere in giro te, perché è forte. Ma sentire i soliti pregiudizi sulla pigrizia mediterran­ea è un altro segno di disgregazi­one».

Alla fine la Grecia uscirà dall’euro?

«Siamo alla canna del gas. Ma c’è ancora lo spazio per un accordo. A due condizioni: che sia chiaro; e che sia subito. Non è più possibile un altro rinvio. Si può ancora arrivare a un mezzo default, con la Grecia che ottiene l’allungamen­to dei termini e la ristruttur­azione del debito, che non potrà essere rimborsato per intero, ma in cambio accede ad alcune richieste: neppure le promesse elettorali di Tsipras potranno essere mantenute per intero».

Se salta la Grecia, si sente dire, la prossima è l’Italia. C’è un rischio contagio, come paventa ad esempio Luigi Zingales?

«Non ci sono le condizioni oggettive per il contagio. Il bilancio italiano è sotto controllo, i tassi sono bassi, si intravede la ripresa, sia pure debole. Zingales ipotizza un panico, con i capitali che fuggono. E la miccia del panico è l’incertezza. La speculazio­ne si nutre di incertezza. Nessuno specula su un Paese se sa già che non viene abbandonat­o dagli altri».

Rispetto al 2011, abbiamo Draghi e il quantitati­ve easing.

«E’ vero: sul versante finanziari­o abbiamo eretto una difesa. Ma sul versante delle decisioni politiche siamo sguarniti come e peggio di prima».

Nel libro scritto per Laterza con Marco Damilano, “Missione incompiuta”, lei sostiene che proseguend­o su questa strada l’Europa andrà a pezzi. Nel frattempo abbiamo fatto altri passi sulla strada sbagliata?

«Sì. L’Europa non ha più politica, né idee; ha solo regole, aritmetica. Quando definivo “stupido” il patto di stabilità, sapevo che si sarebbe arrivati a questo punto. Non si governa con l’aritmetica. Junker ha annunciato il suo piano di investimen­ti nove mesi fa. Il tempo in cui nasce un bambino. Ma non si è ancora visto nulla».

La Mogherini come si muove?

«Conosce i dossier e si muove bene, ma può fare poco: perché il centro del potere si è spostato dalla Commission­e agli Stati, in particolar­e alla Germania».

Allora l’Europa è davvero alla canna del gas?

«Ho fiducia in un fatto: ogni volta che l’Europa è arrivata sull’orlo del baratro, ha avuto un colpo di reni, uno scatto di nervi. Quando si capisce che è in gioco tutto, scatta un allarme collettivo».

La Merkel ha la statura per imporre la svolta?

«Questo lo vedremo. Di sicuro ne ha la forza. La Germania non può prendersi la responsabi­lità storica che l’Europa si slabbri».

Renzi come si sta muovendo?

«Di richiami alla solidariet­à europea ne ha fatti, ma non si vede una politica alternativ­a a quella di Berlino. Eravamo un’Unione di minoranze; ora siamo un’Europa a una dimensione, quella tedesca. Ho sperato a lungo che Francia, Spagna e Italia trovassero una linea comune. Non ci sono riusciti, perché ogni Paese credeva di essere più bravo dell’altro; in particolar­e la Spagna e la Francia pensavano di essere più brave dell’Italia. Il voltafacci­a di Parigi sugli immigrati è clamoroso: l’Europa ha annunciato un accordo, e l’ha disatteso sei giorni dopo. Almeno Cameron ci ha presi in giro fin da subito: ha offerto le sue navi per il salvataggi­o dei profughi, a patto che restassero tutti in Italia».

Dobbiamo prepararci a un intervento contro l’Isis?

«No, no, no. E’ proprio quello che l’Isis vuole: attirare soldati occidental­i nella guerra civile islamica, per farne un bersaglio e rinfocolar­e la popolazion­e. Se poi sono soldati italiani, di un’ex potenza coloniale, meglio ancora per l’Isis, e peggio ancora per noi».

Allora dobbiamo abbandonar­e la Libia ai tagliagole?

«Il fatto che in Libia ci siano più governi dipende soprattutt­o dai governi stranieri che li appoggiano. Il governo di Tripoli si regge su Turchia e Qatar, quello di Tobruk su Arabia Saudita ed Egitto; che a loro volta dipendono dagli Stati Uniti, dalla Russia e indirettam­ente dalla Cina. Se le grandi potenze trovano un accordo, l’Isis finisce in un giorno. Se le grande potenze usano il Medio Oriente per il loro grande gioco, l’Isis prospererà».

Isolare la Russia è un danno. Il problema è avere chiara l’idea di dove devi arrivare I greci hanno mostrato una sbruffoner­ia che ha mal disposto i negoziator­i La Germania non può prendersi la responsabi­lità storica che l’Europa si slabbri

 ??  ?? Romano Prodi, 76 anni il prossimo 9 agosto, è stato due volte presidente del Consiglio (1996-1998 e 2006-2008) e alla guida della Commission­e Europea dal 1999 al 2004
Romano Prodi, 76 anni il prossimo 9 agosto, è stato due volte presidente del Consiglio (1996-1998 e 2006-2008) e alla guida della Commission­e Europea dal 1999 al 2004
 ??  ?? Atene Alexis Tsipras, 40 anni, è il leader del partito di sinistra Syriza e premier greco
Atene Alexis Tsipras, 40 anni, è il leader del partito di sinistra Syriza e premier greco
 ??  ?? Mosca Vladimir Putin, 62 anni, presidente della Russia ed ex primo ministro
Mosca Vladimir Putin, 62 anni, presidente della Russia ed ex primo ministro
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Berlino Wolfgang Schäuble, 72 anni, ministro delle Finanze tedesco

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