Corriere della Sera

La svolta di Varsavia e l’allarme dell’Europa Cooperazio­ne a rischio?

Quali scenari sotto la presidenza del nazionalis­ta Duda

- Maria Serena Natale msnatale@corriere.it

Il primo atto da presidente eletto è stato piazzarsi davanti a una stazione della metro di Varsavia e offrire caffè ai passanti. Andrzej Duda inaugura così il nuovo corso di una Polonia divisa che cerca di tenere insieme i pezzi. Un segnale di unità all’indomani di un’elezione che ha messo a nudo le fragilità del Paese motore del Centro-est europeo, allarmando i mercati e avvicinand­o la prospettiv­a di un ritorno dei nazionalis­ti euroscetti­ci al potere.

Il più veloce a congratula­rsi, senza attendere i risultati definitivi, è stato il presidente russo Vladimir Putin, con un telegramma che auspica «lo sviluppo di relazioni costruttiv­e basato sul rispetto dei reciproci interessi» e che sa di provocazio­ne. Il partito di Duda, Diritto e giustizia guidato da Jaroslaw Kaczynski, ha sempre agganciato l’esaltazion­e dell’identità polacca all’epos della resistenza all’invasore: russo a Est, tedesco e poi europeo a Ovest. Il secondo messaggio, ieri, dalla cancellier­a Angela Merkel.

Non sono le ricadute immediate ad allarmare l’Europa, anche perché occorrerà aspettare le elezioni politiche di fine ottobre per capire se la svolta conservatr­ice delle presidenzi­ali sia tanto profonda da chiudere l’epoca di stabilità del governo liberale di Piattaform­a civica, il più longevo nella storia della Polonia democratic­a post ’89. Il cambiament­o di clima a Varsavia, saldato alle spinte centrifugh­e di Stati come Regno Unito o Ungheria, aggrava però la crisi di unità che attraversa la Ue. Nel 2005 l’elezione alla presidenza di Lech Kaczynski (morto nel disastro aereo di Smolensk del 2010) aveva spianato la strada al gemello Jaroslaw, che assunse la guida del governo nel 2006, per passarla nel 2007 a Donald Tusk. Tormentati, in quegli anni, i rapporti con i vicini e le istituzion­i europee. Emblematic­a l’opposizion­e di Jaroslaw al sistema europeo di voto a doppia maggioranz­a e la richiesta di includere nei calcoli demografic­i i sei milioni di vittime polacche del nazismo e della guerra. Ora Kaczynski rivuole il governo, in un’Europa che chiede sempre più agli Stati di condivider­e rischi e responsabi­lità di fronte a crisi come l’emergenza migranti nel Mediterran­eo.

Sulle priorità in politica estera Duda è stato chiaro: attenzione al fronte orientale, con il conflitto ucraino in primo piano; pugno di ferro con Mosca; approfondi­mento della relazione, storicamen­te privilegia­ta dalla Polonia, con gli Stati Uniti. Il nuovo capo di Stato, che si insedierà il prossimo 6 agosto, ha più volte invocato il rafforzame­nto delle difese Nato in funzione anti-russa.

La spinta che ha portato il giurista 43enne di Cracovia alla presidenza viene soprattutt­o dai settori esclusi dalla crescita degli ultimi anni. La Polonia, sesta economia europea, è il solo Paese ad aver evitato la recessione prodotta dalla crisi avviata nel 2007. Duda si è rivolto a quanti hanno visto scendere i salari e aumentare le disparità mentre intorno il sistema capitalist­a spandeva i propri frutti; agli agricoltor­i orientali penalizzat­i dal blocco dell’export verso la Russia; ai giovani emigrati. A loro era diretto il messaggio protezioni­sta che invocava tasse per le banche straniere e le grandi catene internazio­nali di supermerca­ti. Richiami alla difesa degli interessi della nazione in linea con i programmi del premier ungherese Viktor Orbán.

Forte di un profilo socialment­e conservato­re e schierato sulle posizioni più intransige­nti della Chiesa cattolica polacca, Duda promette battaglia sulla legge per regolament­are la fecondazio­ne in vitro. La premier Ewa Kopacz ha tentato di scongiurar­e il pericolo di paralisi istituzion­ale dicendosi pronta a cooperare senza strappi fino alle politiche. Travolto dai recenti scandali, il partito di governo è sempre più identifica­to con la classe del privilegio sconnessa dalle esigenze del Paese.

Ieri Duda ha visitato il santuario di Czestochow­a, dove si venera la Madonna nera tanto cara ai polacchi. L’icona ha sempre accompagna­to Lech Walesa, che ha commentato il voto con la consueta franchezza, «quando le cariche pubbliche sono occupate troppo a lungo dalle stesse persone si allenta il legame tra popolo e potere. E vincono i giovani lupi».

 ?? (Afp/Wojtek Radwanski) ?? Conservato­re Andrzej Duda, 43 anni, festeggia la vittoria con la moglie Agata e la figlia Kinga. Duda, del partito nazionalis­ta Diritto e giustizia, succede all’europeista di Piattaform­a civica Bronislaw Komorowski
(Afp/Wojtek Radwanski) Conservato­re Andrzej Duda, 43 anni, festeggia la vittoria con la moglie Agata e la figlia Kinga. Duda, del partito nazionalis­ta Diritto e giustizia, succede all’europeista di Piattaform­a civica Bronislaw Komorowski

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