Corriere della Sera

PERDI? TI ASSUMO IL CALCIO ALLA ROVESCIA DEGLI ALLENATORI

- di Mario Sconcerti

C’è un calcio un po’ alla rovescia che sta portando allenatori ora perdenti nei posti migliori del mondo. Il riassunto più esplicito è il Barcellona. Il suo tecnico ha vinto tutto ed è in finale di Champions, ma difficilme­nte verrà confermato. Al suo posto il tedesco Klopp, ex Borussia Dortmund. Ancelotti è già fuori dal Real a vantaggio di Benitez, che pochi vorrebbero ancora al Napoli. È un lungo elenco di anomalie dovute a due fattori abbastanza ciclici.

Il primo sta nella difficoltà attuale di trovare giocatori superiori. Il calcio è in continuo migliorame­nto medio, ma questo migliorame­nto rende molto più complesso per i singoli diventare decisivi. Sono tutti più bravi, ma quasi nessuno fa più la differenza. Il prototipo europeo oggi sono giocatori come Marchisio, Diego Alcantara, Modric, Kondoumbia, Gundhalan, giocatori di gamma alta ma sempre di gamma. Sono i mediani di un tempo che oggi fanno qualità e riescono a prendere a volte anche il posto di quelli alla Pirlo.

Questa intercambi­abilità tra i migliori, questa piccola banalizzaz­ione del campione, ha portato a dare di nuovo importanza all’allenatore. Si chiede a lui una differenza che i giocatori fanno fatica a produrre. Ma i tecnici di questo livello sono pochi mentre sono aumentate le grandi squadre con l’arrivo degli sceicchi e degli oligarchi russi. Così, mancando fisicament­e il numero, diventa fatale riciclare anche seconde buone scelte. Meglio loro che la noia di continuare un esperiment­o ormai esausto.

C’è anche un piccolo problema economico: cambiare l’allenatore vincente costa infinitame­nte meno che accontenta­rlo nel suo nuovo mercato. Chi ha vinto ha il diritto di pretendere, ma oggi i soldi sono il privilegio di nessuno. Aiutarsi con un tecnico già grato di essere stato scelto fa a volte, per un presidente, differenze estremamen­te godibili.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy