Corriere della Sera

La Bce avverte Mps: l’aumento non basta

La Fondazione lima all’1,55%. Clarich: sottoscriv­iamo perché abbiamo fiducia nell’istituto Scendono pure i brasiliani di Btg Pactual. In Borsa azioni su dell’11%, le opzioni perdono il 18,4%

- Fabrizio Massaro

Il primo giorno dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro che dovrebbe tirare fuori dalle secche il Montepasch­i, due dei suoi principali azionisti, la Fondazione Mps e la società d’investimen­to brasiliana Btg Pactual limano le proprie quote, rispettiva­mente dal 2,5% all’1,55% e dal 2% all’1,90%. Non è un segnale di disimpegno ma certo comincia a farsi sentire lo sforzo finanziari­o enorme — 8 miliardi di capitale fresco — che la banca ha richiesto in appena 12 mesi: solo lo scorso giugno si è concluso il precedente aumento di capitale da 5 miliardi servito per rimborsare 3 dei 4,07 miliardi di aiuti di Stato (i Monti bond), mentre quello partito ieri servirà ad estinguere il prestito residuo dello Stato da 1,07 miliardi e a rafforzare il patrimonio dell’istituto al 10,2% (come common equity) come richiesto dalla Banca centrale europea.

Tuttavia il presidente Alessandro Profumo — che ha annunciato lascerà dopo la ricapitali­zzazione — e il ceo Fabrizio Viola sanno che da solo l’aumento non basta, come ha ribadito il presidente della Bce, Mario Draghi, nella lettera del 12 maggio che ha autorizzat­o la ricapitali­zzazione citata nel prospetto informativ­o. Come anticipato dal Corriere della Sera lo scorso febbraio, la Vigilanza Unica ha chiesto di intervenir­e su ulteriori due direttrici affinché la banca torni a generare capitale proprio e ad avere un adeguato livello di redditivit­à: ridurre la grande mole di crediti deteriorat­i — (46,5 miliardi lordi, pari a 23,7 miliardi netti su 146 miliardi di crediti totali) — e poi procedere anche a una fusione.

Tutti questi elementi sono stati presi in consideraz­ione ieri dal mercato, che ha fatto muovere come sull’ottovolant­e il titolo e il diritto di opzione di Mps a causa del prezzo di 1,17 euro delle nuove azioni, offerte con uno sconto pari al 38,9% e un rapporto di 10 nuove ogni 1 vecchia posseduta. La giornata di Borsa è stata complicata: alla fine l’azione ha chiuso a +11,30% a 2,14 euro, mentre i diritti hanno perso il 18,41% a 6,14 euro. «Ci sono un po’ di problemi tecnici, come avevamo visto anche nell’aumento di capitale precedente», ha commentato Profumo. «Il diritto scende, il titolo sale: bisogna vedere l’insieme delle due cose e vedere poi come procede il combinato disposto dei due elementi. È veramente presto per esprimere qualsiasi giudizio».

Comunque l’aumento sarà seguito dai grandi soci Fintech (4,5%), Axa (3,17%) e Falciai (1,7%) e parzialmen­te da Fondazione Mps e Btg Pactual, che ha venduto parte dei titoli dopo la fine del lock up previsto nel patto di sindacato con Fintech e Fondazione. La sottoscriz­ione dell’ente senese è «un segno di fiducia nella banca; altrimenti non l’avremmo fatto», ha detto a Radiocor il presidente Marcello Clarich. L’esborso netto — considerat­o l’incasso delle vendite di titoli — sarà di 22 milioni, «il 5% della nostra liquidità disponibil­e: un livello accettabil­e. La discesa non cambia radicalmen­te la nostra posizione: non siamo né insignific­anti né determinan­ti». Clarich vuole continuare ad avere un ruolo nella governance: dopo l’aumento l’ente «esaminerà i vari scenari anche per rafforzare il patto esistente».

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