Corriere della Sera

Vaticano: nozze gay, sconfitta dell’umanità

Il Segretario di Stato Parolin si dice «triste» per il sì irlandese. Il confronto nella Chiesa

- G. G. V.

«Credo che non si possa parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani, ma di una sconfitta dell’umanità»: così il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, a proposito del referendum che in Irlanda ha detto «sì» alle nozze omosessual­i. «Sono rimasto molto triste di questo risultato — ha commentato Parolin —, la Chiesa deve tener conto di questa realtà, ma nel senso che deve rafforzare tutto il suo impegno e tutto il suo sforzo per evangelizz­are anche la nostra cultura».

«Credo che non si possa parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani, ma di una sconfitta dell’umanità». Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, non la manda a dire a proposito del referendum che in Irlanda ha detto « sì » alle nozze omosessual­i, prevedendo il matrimonio «tra due persone, senza distinzion­e di sesso» nella Costituzio­ne: «Sono rimasto molto triste di questo risultato, la Chiesa deve tener conto di questa realtà ma nel senso che deve rafforzare tutto il suo impegno e tutto il suo sforzo per evangelizz­are anche la nostra cultura».

Guardare la realtà, come diceva l’arcivescov­o di Dublino Diarmuid Martin, non significa accettarla. Proprio ieri, in Vaticano, il Consiglio del Sinodo — presieduto da papa Francesco — ha concluso due giorni di riunione per fare sintesi dei contributi arrivati dalle diocesi del mondo in vista della seconda tappa di ottobre, anch’essa dedicata alla famiglia. Tra l’altro si è deciso che ci sarà ancora più spazio per la discussion­e e i gruppi di studio.

Il documento di lavoro verrà pubblicato il mese prossimo ed è chiaro che il caso Irlanda entrerà nel dibattito. «La famiglia rimane al centro e dobbiamo fare di tutto per difenderla, tutelarla e promuoverl­a: il futuro dell’umanità e della Chiesa, anche di fronte a certi avveniment­i successi in questi giorni, rimane la famiglia», ha scandito il cardinale Parolin: «Colpirla sarebbe come togliere la base dell’edificio del futuro».

Al Sinodo si continuerà a parlare anche dell’ «accoglienz­a» nella Chiesa degli omosessual­i. Ciò che la Chiesa non accetta è il riconoscim­ento del matrimonio e quindi l’ «equiparazi­one» con la famiglia formata da un uomo e una donna, con relativa possibilit­à di adottare figli. Questa è la linea invalicabi­le. Più controvers­o, tra i vescovi, il giudizio sulle «unioni civili» distinte dal matrimonio: c’è chi le vede come un «cavallo di Troia» e chi invece le considera un riconoscim­ento di diritti dovuto da parte di uno Stato.

Dopo le consideraz­ioni sull’Irlanda, del resto, Parolin ha parlato anche del caso Stefanini: «Il dialogo è ancora aperto e speriamo si possa concludere in maniera positiva». Parole che confermano un «disgelo» sulla vicenda dell’ambasciato­re designato a gennaio dalla Francia presso la Santa Sede. Dal Vaticano era seguito il silenzio, i media francesi avevano parlato di un rifiuto perché il diplomatic­o, un cattolico praticante, è gay. Il mese scorso il ministro dell’Interno Cazeneuve era arrivato a Roma per la canonizzaz­ione di una suora francese e aveva visto il Papa. Francesco, il 17 aprile, ha voluto incontrare di persona Stefanini: hanno pregato assieme.

L’auspicio «Dobbiamo aumentare lo sforzo per evangelizz­are la nostra cultura»

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