Corriere della Sera

Pensioni subito con il contributi­vo, il «no» di Poletti e Padoan

- Enrico Marro

Sulle pensioni il governo, per ora, si preoccupa di rassicurar­e i cittadini che non ci saranno nuovi stravolgim­enti delle regole, mentre non ha ancora le idee chiare su cosa farà a settembre con la legge di Stabilità per introdurre quegli elementi di flessibili­tà in uscita, cioè la possibilit­à di andare in pensione prima, che tutti reclamano ma che rischiano di aprire la strada a forti aumenti della spesa pubblica. La rassicuraz­ione più forte arriva rispetto alle ipotesi di un ricalcolo delle pensioni in essere con il metodo contributi­vo ai fini di eventuali prelievi sulla parte dell’assegno in eccesso rispetto a quanto versato (proposta avanzata tra gli altri anche da Tito Boeri prima che diventasse presidente dell’Inps). Ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è stato molto netto: il ricalcolo col contributi­vo, ha detto in tv a Di Martedì, «non è sensato, non è logico. Si tratterebb­e di un sistema meccanico, non ragionevol­e, perché si interverre­bbe anche sulle pensioni più basse». Rassicuran­te, nella stessa trasmissio­ne, anche il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che sulle ipotesi che vorrebbero il calcolo di tutte le future pensioni integralme­nte col contributi­vo, ha detto: «I diritti acquisiti si preservano sempre. Si può immaginare una transizion­e da due (retributiv­o e contributi­vo, ndr) a un solo sistema nel lungo periodo, ma se la domanda è, state pensando a misure ora, la risposta è no». Infine Poletti: «La previdenza bisogna toccarla il meno possibile e solo se indispensa­bile perché è un elemento di sicurezza». Il ministro ha confermato l’intenzione di introdurre flessibili­tà in uscita, ma prima è necessario «un confronto con l’Europa».

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