Corriere della Sera

«Impresenta­bili», escono i primi nomi Tensioni all’Antimafia che prende tempo

Le urla di Rosy Bindi. La lista definitiva arriverà venerdì, alla vigilia delle elezioni

- Monica Guerzoni

Tre ore di psicodramm­a nel chiuso di palazzo San Macuto e alle sette della sera la commission­e Antimafia si arrende. La presidente Rosy Bindi sospende i lavori e affida a una nota la sua delusione per come si sono svolti i lavori. L’attività di raccolta delle informazio­ni è stata «complessa», la verifica ha presentato «difficoltà e limiti»... Eppure la blindatiss­ima riunione dell’ufficio di presidenza, finita con le grida della Bindi che rimbalzava­no nei corridoi del quarto piano, ha partorito i primi nomi.

Sulla base del codice di autoregola­mentazione approvato all’unanimità dai partiti, la commission­e Antimafia mette dunque all’indice quattro esponenti della politica pugliese. Ecco i nomi, anticipati ieri dal Corriere online. Fabio Ladisa è in corsa con i Popolari per Emiliano e il candidato presidente chiede che l’aspirante consiglier­e ritiri la candidatur­a. Giovanni Copertino figura nella lista di Forza Italia, Poli Bortone presidente. Massimilia­no Oggiano gareggia per Schittulli nella lista Oltre con Fitto. Ed Enzo Palmisano, di Area popolare, è nel Movimento politico per Schittulli. Il quale smentisce di avere «mostri» in lista e difende i suoi perché «entrambi assolti».

Il deputato cinquestel­le Francesco D’Uva parla di «una dozzina di nomi» in tutto. Se è vero che Liguria, Marche, Toscana e Veneto possono vantare liste virtuose, a impantanar­e i lavori della commission­e è stata la Campania: la regione che schiera nelle sue liste il maggior numero di candidati poco raccomanda­bili. Le carte giudiziari­e attese dalla prefettura di Napoli non sono arrivate in tempo. O meglio, a quanto raccontano i membri dell’Antimafia, sono arrivate solo per i politici del capoluogo e non per quelli delle province. «Sciatteria di qualche organo periferico di governo», teme il senatore di Sel Peppe De Cristofaro. E poiché la Procura nazionale Antimafia impiega quasi due giorni per passare al setaccio le posizioni giudiziari­e, la commission­e è stata costretta a fermare i lavori e rinviare l’annuncio.

I cinquestel­le sono furiosi. «Abbiamo assistito a una pantomima — attacca l’onorevole Francesco D’Uva —. Gli unici a chiedere che venissero pubblicati gli elenchi integrali degli impresenta­bili siamo stati noi e Claudio Fava». E De Cristofaro ammonisce: «Se i nomi non fossero resi noti entro venerdì sarebbe gravissimo e intollerab­ile». Sabato scatta il silenzio e gli elettori hanno il diritto di sapere se in lista ci sono condannati per reati di mafia.

La riunione — a porte chiuse e telecamere interne spente, per ordine di Rosy Bindi — ha visto momenti di forte tensione. La presidente «ha stigmatizz­ato la violazione del segreto e sottolinea­to il venir meno delle regole di correttezz­a e reciproca fiducia tra i membri dell’ufficio di presidenza». Chi ha soffiato i nomi nell’orecchio dei cronisti? E perché? La presidente avrebbe voluto annunciarl­i tutti assieme e ha dovuto faticare non poco per superare le resistenze di chi voleva mettere tutto a tacere. «Ma insomma, come facciamo a uscire con soli quattro nomi?» si sgolava la Bindi a porte chiuse, mentre i commessi allontanav­ano bruscament­e i cronisti.

Matteo Renzi è sollevato. «Il Pd non ha impresenta­bili — è il commento del premier — le liste saranno poi verificate dai cittadini, saranno loro a scegliere». Il procurator­e nazionale antimafia, Franco Roberti, si augura che l’elenco degli impresenta­bili non scateni polemiche: «È giusto rendere nota la lista». Ma il presidente dell’Autorità anticorruz­ione, Raffaele Cantone, non sembra dello stesso avviso: «Capisco che la commission­e Antimafia stia facendo un’operazione meritoria, ma è una verità politica ed è sempre pericoloso dare patenti di presentabi­lità».

Il ritardo di Napoli Le carte attese dalla prefettura di Napoli non sono arrivate in tempo Rosy Bindi Preso atto che durante la riunione sono stati divulgati alcuni nominativi stigmatizz­o la violazione del segreto, e sottolineo il venir meno delle regole di correttezz­a tra membri dell’ufficio di presidenza Francesco D’Uva Rinviare a venerdì significa far passare sotto silenzio tutti i nomi degli impresenta­bili perché da sabato si entra in silenzio elettorale. Chi andrà al voto non saprà se le persone in lista hanno condanne

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