Corriere della Sera

L’ESTREMO TENTATIVO DI RIACQUISTA­RE CREDIBILIT­À

- Di Massimo Franco

C’è da sperare che non sia soltanto un estremo tentativo di riassorbir­e l’astensioni­smo in vista delle elezioni regionali di domenica prossima. L’impression­e è che per i partiti, però, il tema della corruzione e dei costi della politica stia diventando cruciale. L’allarme che arriva dalle vittorie dei populisti in Spagna e Grecia racconta una storia di strategie sbagliate e di scandali. E il martellame­nto che in Italia il Movimento 5 Stelle continua contro i«finanziame­nti pubblici illegittim­i» ai partiti, costringe a reagire: in primo luogo un Pd alle prese con alcuni casi imbarazzan­ti.

L’appoggio al candidato Vincenzo De Luca in Campania non aiuta la narrativa di Matteo Renzi. La sua condanna in primo grado gli viene rimprovera­ta dagli avversari come una contraddiz­ione. E il sostegno di alcune liste collegate a De Luca nelle quali compaiono personaggi chiacchier­ati ha portato la commission­e Antimafia presieduta da Rosy Bindi, avversaria interna del premier, a indagare. «Con grande chiarezza dico che il Pd nelle sue liste per le Regionali non ha alcun

I segnali Una serie di segnali dicono che il tema della corruzione sta diventando cruciale per partiti assediati dal populismo

impresenta­bile», ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio.

Sulla candidatur­a di De Luca, però, il centrodest­ra non smette di punzecchia­re il Pd, con Stefano Caldoro, il governator­e uscente, e col capogruppo berlusconi­ano alla Camera, Renato Brunetta. «La candidatur­a di De Luca è contro una legge dello Stato», insistono i berlusconi­ano Renato Brunetta e Stefano Caldoro, governator­e uscente in Campania. Alludono a quella che impedirebb­e all’esponente del Pd di entrare in carica anche se eletto. Il premier risponde additando la legge anticorruz­ione appena approvata, dopo molti rinvii e ritocchi, e il «no» del Pdl.

La legge sui partiti presentata ieri dal Pd punta a sfidare «il M5S e gli altri su trasparenz­a e democrazia». Il tentativo è di regolament­are i finanziame­nti alle fondazioni politiche, diventate spesso canali irrituali per dare soldi a correnti e singoli esponenti. Ma si tratta di un’iniziativa che sembra nascere non da una strategia attuata autonomame­nte dalle forze politiche, quanto dall’allarme lanciato dal presidente dell’Autorità anticorruz­ione, Raffaele Cantone.

Cantone ha posto il problema della fine del finanziame­nto pubblico ai partiti; e fatto capire che il Parlamento «dovrà occuparsi» dei soldi che arrivano ai partiti da privati. Provocano «un po’ di preoccupaz­ione, almeno per quanto riguarda la trasparenz­a». Il tema va dunque oltre le Regionali di domenica e i cosiddetti «impresenta­bili». Sta diventando «una priorità», come riconosce il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, perché tra l’altro arma quanti vedono dietro gli sprechi della politica un sistema marcio. Le parole taglienti che papa Francesco scaglia ogni giorno contro i corrotti ne sono la testimonia­nza più alta.

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