Rossi: vittoria se togliamo una regione al Pd ma governeranno comunque fino al 2018
La senatrice e braccio destro dell’ex premier: impossibile un’opa ostile della Lega
« Penso che Renzi andrà avanti fino alla fine della legislatura. Toccherà a noi con il prossimo governo rimediare ai danni che fino ad allora la sinistra avrà fatto. Nel frattempo continueremo a fare opposizione rigorosa su tutto ciò che riteniamo possa essere un danno per gli italiani».
Mariarosaria Rossi è senatrice della Repubblica e braccio destro di Silvio Berlusconi. È la figura più emblematica dell’ultima versione del berlusconismo. Rilascia interviste col contagocce, ha molti amici e molti nemici. Questi ultimi si sono moltiplicati da quando è diventata amministratrice unica di Forza Italia.
Lei amministra Forza Italia da un anno e s’è contraddistinta per un’operazione di spending review. Che situazione finanziaria aveva trovato? E come pensa di lasciare le casse del partito?
«Ho trovato debiti, soprattutto verso le banche. E ancora una volta è toccato al presidente Berlusconi trovare le soluzioni. Abbiamo dovuto fare scelte dolorose per tagliare i costi e stiamo mettendo in campo progetti ambiziosi che renderanno protagonisti tutti coloro che credono nella nostra battaglia di democrazia e di libertà».
Sia sincera, quanti sono gli eletti di FI in regola col versamento dei contributi? Dovesse dirlo con una percentuale?
«Quando sono arrivata la percentuale era intorno al trenta per cento. Oggi stiamo raggiungendo il sessanta. Arriveremo al cento per cento».
Chi pensa che possa essere il prossimo leader del centrodestra?
«Continuo ad aver l’onore e il privilegio di lavorare tutti i giorni con il presidente Berlusconi. Mi risulta difficile poter immaginare per il centrodestra un altro leader che lo possa sostituire».
Quanto teme un’opa ostile della Lega di Salvini sulla coalizione dei moderati? In fondo, anche nel Pd la vecchia parte minoritaria della Margherita ha finito per rubare posti e scena agli ex Ds... Forza Italia non rischia la stessa sorte?
«Impossibile. L’area dei moderati oggi è troppo frammentata in piccoli partiti per poter dare risposte concrete alle esigenze del Paese e ai bisogni degli italiani. Per cui, deve stringersi intorno al solo leader capace di unire e di mandare a casa la sinistra e il suo Governo fatto di slogan e di false promesse».
Intanto, nel giro di poche settimane, Forza Italia rischia di trovarsi col gruppo parlamentare decimato. I fittiani sono praticamente fuori. Pensa che altri lo seguiranno?
«Chi non riconosce più in Silvio Berlusconi la guida di tutti noi, che siamo stati eletti grazie ai suoi voti, è logico che vada via. Si sta insieme quando si condivide un progetto comune, quando si condividono gli stessi ideali e gli stessi obiettivi. Comunque penso che, per alcuni che andranno, molti altri torneranno».
Al di là delle formule sul Partito repubblicano, quanto è possibile che si cambino nome e simbolo?
«Me lo lasci dire. La fiducia per un partito o per un movimento politico non sta nel nome ma nella credibilità del suo leader, nella fattibilità del suo programma, nella qualità degli uomini che ne fanno parte».
Quelli eletti grazie a suoi voti che ora non riconoscono la guida di Berlusconi è logico che vadano via Quando sono arrivata quelli in regola con i versamenti al partito erano intorno al 30 per cento, oggi stiamo raggiungendo il 60