Corriere della Sera

Se l’America sospende lo spionaggio telefonico

- Di Massimo Gaggi

LaNsa, l’agenzia federale di intelligen­ce, ha confermato di aver già iniziato a smantellar­e il suo sistema di sorveglian­za del traffico telefonico negli Stati Uniti in vista della decadenza delle norme antiterror­ismo del Patriot Act sulla base delle quali è stato costruito, a partire dal 2001, questo sistema di raccolta di dati. Intervento illegale con una violazione estesa e ingiustifi­cata della privacy dei cittadini, aveva sentenziat­o poche settimane fa un giudice federale. Che aveva, comunque, lasciato al Congresso la responsabi­lità di rivedere la normativa, essendo ormai imminente la scadenza della sezione 215 del Patriot Act sullo spionaggio antiterror­ismo.

Queste norme decadranno il primo giugno, ma il Parlamento ha sospeso i lavori per la pausa del Memorial Day sebbene non sia stata ancora votata una proroga o una revisione della legislazio­ne sulla sorveglian­za Nsa. Così ora l’agenzia federale stacca la spina: i cittadini si sentiranno meno spiati, ma anche meno sicuri. Un tentativo in extremis di varare nuove regole verrà fatto dal Senato domenica 31 quando il suo leader, il repubblica­no Mitch McConnell, ha convocato una seduta straordina­ria. Per fare cosa? Non è ancora chiaro. La Camera aveva approvato a grande maggioranz­a (338 sì e 88 no) una legge, il Freedom Act, che sottrae la sorveglian­za telefonica alla Nsa attribuend­ola (se autorizzat­a dalla magistratu­ra) alle società di telecomuni­cazione.

Una soluzione che ha l’appoggio della Casa Bianca, ma non piace ad alcuni conservato­ri del Senato, convinti che i carrier telefonici non siano in grado di esercitare bene questa sorveglian­za essenziale per l’antiterror­ismo. McConnell ha proposto di bocciare la legge della Camera e di controprop­orre una proroga della normativa attuale con qualche correttivo: nessuna delle due proposte ha raggiunto il quorum dei 60 voti su 100 per evitare l’ostruzioni­smo del filibuster­ing. Che non parte dalla minoranza democratic­a ma da un altro repubblica­no: il radicale libertario Rand Paul. Difficile che Camera e Senato votino in una serata una mera proroga. McConnell potrebbe cercare i 3 voti che mancano per ratificare il Freedom Act della Camera, ma per ora non sembra disposto a cedere.

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