Corriere della Sera

Manovre nei cieli

La Russia fa alzare in volo centinaia di aerei in risposta alle esercitazi­oni della Nato E gli Usa mandano il loro segnale: i B-52

- di Guido Olimpio @guidoolimp­io

Quando le cose si fanno serie, il Pentagono chiama «quel figlio di buona donna» di Buff. E lui spicca il volo sostenuto dalle sue grandi ali. Lo fa dal conflitto in Vietnam, ha proseguito quando c’era il muro contro muro con i sovietici, quindi sul deserto iracheno a picchiare sulle unità di Saddam, senza dimenticar­e la raffica di colpi per stanare Osama bin Laden sui monti afghani, a Tora Bora. Una vita al servizio della superpoten­za. E ora Buff, l’intramonta­bile bombardier­e strategico B52, è di nuovo azione, per lanciare un segnale ai russi in un cielo sempre più affollato.

La Nato, da lunedì, manovra nell’Artico, con 150 aerei. Missioni di addestrame­nto per testare le difese con il coinvolgim­ento di molti Paesi, membri dell’alleanza ma anche neutrali. Come la Svezia. Uno show che ha il suo contro-show dell’altro schieramen­to. Il ministero della Difesa russo ha organizzat­o gigantesch­e esercitazi­oni, con centinaia di mezzi. È possibile che i suoi velivoli testino lanci di missili da crociera contro bersagli in mare. E questo è solo l’antipasto di quello che vedremo — e non vedremo — a partire dalla prima metà di giugno, sempre nell’area scandinava.

Fonti ufficiali statuniten­si hanno confermato che un paio di B-52 partiranno da una base nel Mid West degli Usa e raggiunger­anno uno spazio di mare al largo delle coste svedesi dove sgancerann­o grappoli di mine navali. Ogni aereo ne può portare di diversi tipi, creando zone di esclusione, un tappeto insidioso per eventuali avversari che tentino di violare l’area. Molti i significat­i della mossa. La Casa Bianca mobilita un’arma strategica, con molti anni sul groppone ma sempre letale e possente. L’Alleanza allarga i rapporti militari con un Paese neutrale, dunque è un’iniziativa anche strategica. Infine il profilo della missione ha un aspetto specifico, legato alle possibili intrusioni dei russi a bordo dei sottomarin­i. Presenza denunciata con grande clamore da Stoccolma e poi ridimensio­nata. Ma comunque segnale di tensione in un’area dove oggi si incrociano molti interessi. È la frontiera nervosa, insieme all’Artico, della nuova Guerra Fredda.

Uno degli obiettivi della simulazion­e sarà quello di respingere un’invasione sul fronte sud svedese. La super fortezza non sarà da sola. La manovra «Balltops» includerà 50 navi da guerra, altrettant­i aerei e 4.500 militari. Dispositiv­o di tutto rispetto che sarà certamente tenuto d’occhio dalle forze russe, sempre più presenti ai bordi dei territori occidental­i. Come certifican­o gli avvistamen­ti, ormai a decine, da parte dei caccia della Nato, inclusi quelli italiani schierati a guardia del Baltico.

Per i B-52 il lavoro non manca. Pochi giorni fa una coppia si è fatta vedere alle esercitazi­oni in Giordania, un passaggio segnato da una dimostrazi­one di cosa sia in grado di rovesciare su un ipotetico avversario. E tutto documentat­o dalle foto diffuse dall’ufficio pubbliche relazioni del Pentagono in modo che a nessuno sfugga l’impatto. Anche se è chiaro che nell’attuale conflitto siro-iracheno un ricorso al bombardier­e appare problemati­co. Il Comando centrale, tenendo conto delle raccomanda­zioni della Casa Bianca, ha posto dei limiti agli strikes per ridurre il più possibile i danni tra la popolazion­e. Storia diversa da quella del 1972, quando Nixon e Kissinger usarono anche le incursioni su Hanoi per arrivare alla conclusion­e del negoziato di pace con il Vietnam del Nord. Era l’operazione Linebacker II. Uso cinico e distruttiv­o, con conseguenz­e pesanti anche per i civili.

Cambiano gli scenari, non le esigenze. Per questo il B-52 è sempre pronto. E il Pentagono non solo mantiene la sua flotta ma ne ha diversi in riserva nell’«ossario», un gigantesco deposito di aerei tenuti in naftalina nel deserto dell’Arizona, accanto alla Davis AFB di Tucson, sito incredibil­e che abbiamo visitato. Da qui è uscito pochi mesi fa Ghost Rider, un esemplare rimesso in servizio dai tecSRnici e mandato a sostituire un velivolo distrutto in un incendio. Prova di efficienza per rispondere alle tante sfide che attendono ancora il B-52 al quale hanno allungato la vita operativa. In tempi di magra non si butta nulla, a meno che non si trovi un’alternativ­a. E per ora il Pentagono continua ad affidarsi a Buff, «un figlio di buona donna grosso, grasso e brutto».

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