Corriere della Sera

Il prefetto che smista i migranti: canali legali contro la tratta

Morcone e i nodi dell’accoglienz­a: «Anche da noi serve una revisione delle quote sul territorio»

- Alessandra Coppola

Se i centri di accoglienz­a sono sovraffoll­ati, se alcune Regioni come la Sicilia sopportano un carico eccessivo «sarà necessaria una redistribu­zione dei profughi più profonda, più capillare, soprattutt­o al CentroNord — avverte Mario Morcone —. Risulta anche dalle percentual­i», dalle proporzion­i tra abitanti e richiedent­i asilo: ci sono aree molto dense e altre che dal flusso di migranti che attraversa il Paese non sono toccate.

È lui l’uomo che da Roma smista i rifugiati, e dunque sarà lui a stabilire come e quanti: il prefetto Morcone, oggi direttore del Dipartimen­to libertà civili e immigrazio­ne del ministero dell’Interno. A Milano per l’incontro organizzat­o dal Cipmo (Centro per la pace in Medio Oriente) con l’università Statale sull’«Islam in Europa», resta cauto, spiega che ogni dichiarazi­one (e decisione muscolare) va rinviata a dopo le amministra­tive. «È una fase in cui ho il dovere di essere prudente, è giusto rispettare il contesto preelettor­ale, non inquinare il dibattito». Chiuse le urne, però, la distribuzi­one dei profughi sul territorio italiano andrà rivista, ammette.

Si potrà attuare uno smistament­o più equo senza «forzare» i Comuni?

«Bisogna cercare il consenso dei territori, senza imporre. Noi speriamo di convincere...».

L’ennesima inchiesta ha confermato che l’accoglienz­a è anche business criminale.

« Nell’accoglienz­a ci sono molte buone pratiche. Poi c’è la patologia di alcuni casi. Succede anche nelle grandi opere o nei trasporti. Sul tema immigrazio­ne colpisce in particolar­e l’approfitta­rsi della sofferenza altrui. Il presidente dell’Anticorruz­ione Cantone ha giustament­e usato il termine “raccapricc­iante”. Non per le dimensioni del fenomeno ma per la gravità morale».

Come valuta le trattative in corso a Bruxelles per una redistribu­zione europea dei migranti?

«Vedo due aspetti. Una novità forte introdotta dal presidente della Commission­e Ue JeanClaude Juncker, che ha capovolto un tavolo ostile a qualsiasi forma di solidariet­à tra Stati. Dall’altro, per trasferire questo nel concreto ci sono tante frenate».

Gli ultimi paletti: saranno spostati solo i profughi in fuga da Siria ed Eritrea che arriverann­o con i nuovi sbarchi.

«Noi invece siamo attenti a tutti, non siamo abituati a generalizz­are, valutiamo sulle richieste di protezione caso per caso, da ovunque vengano».

È anche vero, però, che tutti i migranti fanno domanda d’asilo, anche se non ne hanno diritto, perché non c’è altro modo per regolarizz­arsi...

«È una delle regole d’oro: sono i percorsi di ingresso legale che contrastan­o l’immigrazio­ne irregolare. Percorsi che finora mancano».

I rapporti Nord-Sud «Sarà necessaria una redistribu­zione più capillare, soprattutt­o al Centro e al Nord» Sono i percorsi di ingresso legale che contrastan­o l’immigrazio­ne irregolare. Percorsi che mancano

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