Cdp, la Cina entra nel fondo infrastrutture Investimento di 120 milioni in F2i
China Investment Co. sarà affiancata dalla banca francese Bnp che sottoscriverà altri 50 milioni
Prende corpo un nuovo asse tra Italia e Cina. Protagonisti, Ding Xuedong, presidente della China investment corporation, il fondo sovrano di Pechino, e Renato Ravanelli a capo del fondo infrastrutturale F2i. L’alleanza negli affari è fissata oggi, in occasione del board del fondo promosso da Cassa depositi e prestiti, Intesa Sanpaolo, Unicredit, le maggiori fondazioni bancarie e le casse di previdenza. All’ordine del giorno del consiglio presieduto da Bernardo Bini Smaghi c’è infatti l’approvazione dell’investimento di 120 milioni da parte di Cic nel secondo fondo promosso da F2i e arrivato fin qui a 800 milioni. Se tutto andrà come previsto, sarà un bel salto per Ravanelli, e gli investimenti futuri, che lo avvicina a quella quota di un miliardo entro luglio, il target di partenza. Ma il traguardo è in realtà più vicino. Il cip messo da Pechino sarà infatti affiancato da quello del gruppo francese Bnp Paribas che sottoscriverà altri 50 milioni. E altrettanti sono in arrivo da un altro fondo europeo.
Investirà nelle infrastrutture il Cic, 600 miliardi di dollari di asset gestiti. La trattativa era già stata impostata un anno fa dall’ex ceo di F2i, Vito Gamberale ma si era fermata davanti all’impossibilità di trovare un accordo sulla governance. Adesso lo sblocco, con la concessione a Cic di esprimere un membro in consiglio ed esercitare alcuni diritti di veto in materia di scelta degli investimenti e dei manager che guidano le aziende partecipate. Nonché la possibilità di coinvestire direttamente. È il risultato del lavoro
22%
16%
16% vessillo in Italia nei fondi in partnership con Cdp e le banche con focus sui settori strategici per il Paese e sulla collaborazione economica italo-cinese. Il primo lo aveva piantato a ottobre firmando con il Fondo Strategico un accordo per operazioni di coinvestimento fino a un miliardo. Anche sull’onda della trasferta a Pechino, l’anno scorso, del premier Matteo Renzi, seguita dalla visita del presidente cinese Li Keqiang in Italia, che ha dato il via libera a flussi di investimenti e accordi commerciali. Fin qui i cinesi più attivi sono stati quelli di People’s bank of China. Adesso si apre un nuovo capitolo per il fondo sovrano di Pechino, nato con l’obiettivo di diversificare le riserve valutarie cinesi e perseguire il massimo rendimento a un livello di rischio accettabile. Ci è voluto tempo e qualche concessione ma adesso la partnership si avvia verso la firma.
La vicenda
China investment corporation è il fondo sovrano di Pechino. Gestisce asset per 600 miliardi di dollari
Raccolta Con l’investimento del Cic e di Bnp Paribas la dotazione di F2i arriva a un miliardo
Esprimerà un membro nel board di F2i, avrà alcuni diritti di veto e potrà coinvestire