Corriere della Sera

Cdp, la Cina entra nel fondo infrastrut­ture Investimen­to di 120 milioni in F2i

China Investment Co. sarà affiancata dalla banca francese Bnp che sottoscriv­erà altri 50 milioni

- Daniela Polizzi

Prende corpo un nuovo asse tra Italia e Cina. Protagonis­ti, Ding Xuedong, presidente della China investment corporatio­n, il fondo sovrano di Pechino, e Renato Ravanelli a capo del fondo infrastrut­turale F2i. L’alleanza negli affari è fissata oggi, in occasione del board del fondo promosso da Cassa depositi e prestiti, Intesa Sanpaolo, Unicredit, le maggiori fondazioni bancarie e le casse di previdenza. All’ordine del giorno del consiglio presieduto da Bernardo Bini Smaghi c’è infatti l’approvazio­ne dell’investimen­to di 120 milioni da parte di Cic nel secondo fondo promosso da F2i e arrivato fin qui a 800 milioni. Se tutto andrà come previsto, sarà un bel salto per Ravanelli, e gli investimen­ti futuri, che lo avvicina a quella quota di un miliardo entro luglio, il target di partenza. Ma il traguardo è in realtà più vicino. Il cip messo da Pechino sarà infatti affiancato da quello del gruppo francese Bnp Paribas che sottoscriv­erà altri 50 milioni. E altrettant­i sono in arrivo da un altro fondo europeo.

Investirà nelle infrastrut­ture il Cic, 600 miliardi di dollari di asset gestiti. La trattativa era già stata impostata un anno fa dall’ex ceo di F2i, Vito Gamberale ma si era fermata davanti all’impossibil­ità di trovare un accordo sulla governance. Adesso lo sblocco, con la concession­e a Cic di esprimere un membro in consiglio ed esercitare alcuni diritti di veto in materia di scelta degli investimen­ti e dei manager che guidano le aziende partecipat­e. Nonché la possibilit­à di coinvestir­e direttamen­te. È il risultato del lavoro

22%

16%

16% vessillo in Italia nei fondi in partnershi­p con Cdp e le banche con focus sui settori strategici per il Paese e sulla collaboraz­ione economica italo-cinese. Il primo lo aveva piantato a ottobre firmando con il Fondo Strategico un accordo per operazioni di coinvestim­ento fino a un miliardo. Anche sull’onda della trasferta a Pechino, l’anno scorso, del premier Matteo Renzi, seguita dalla visita del presidente cinese Li Keqiang in Italia, che ha dato il via libera a flussi di investimen­ti e accordi commercial­i. Fin qui i cinesi più attivi sono stati quelli di People’s bank of China. Adesso si apre un nuovo capitolo per il fondo sovrano di Pechino, nato con l’obiettivo di diversific­are le riserve valutarie cinesi e perseguire il massimo rendimento a un livello di rischio accettabil­e. Ci è voluto tempo e qualche concession­e ma adesso la partnershi­p si avvia verso la firma.

La vicenda

China investment corporatio­n è il fondo sovrano di Pechino. Gestisce asset per 600 miliardi di dollari

Raccolta Con l’investimen­to del Cic e di Bnp Paribas la dotazione di F2i arriva a un miliardo

Esprimerà un membro nel board di F2i, avrà alcuni diritti di veto e potrà coinvestir­e

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