Corriere della Sera

«Gnv, traffico via nave in ripresa Ora facciamo rotta sull’Albania»

- Corinna De Cesare

Mentre risponde al telefono, nel suo ufficio di Genova, Roberto Martinoli, presidente e amministra­tore delegato di Grandi navi veloci ha davanti a sé lo schermo delle prenotazio­ni: «Siamo a +13% rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso». Gnv è una delle principali compagnie di navigazion­e italiane. Conta 10 navi, 1200 dipendenti e il suo primo traghetto, la motonave Majestic, ha festeggiat­o nel 2013 vent’anni di attività.

Non è un periodo facile per quello che in passato era un settore florido, simbolo di scambi e traffici mercantili evocativi d’altri tempi: basti pensare che secondo Stazioni marittime il traffico passeggeri da Genova è calato, dal 2000 al 2014, di circa il 19%. Lo sa bene Martinoli, nato nel capoluogo ligure e cresciuto in una famiglia in cui le navi sono sempre state un importante crocevia di destini: «Mio nonno, che si era laureato in ingegneria navale a Vienna, conobbe la nonna a

Estero

In Marocco e Tunisia il 50% del fatturato di Grandi navi veloci, guidata dal 2010 da Roberto Martinoli, amministra­tore delegato Budapest proprio su un cantiere dove costruivan­o navi». E Martinoli i cantieri li conosce bene, dal 2010 guida la compagnia che ha chiuso il 2014 con un fatturato di 311 milioni di euro rispetto ai 320 dell’anno prima. Ma in questo caso, secondo lui, la crisi c’entra poco. «Abbiamo noleggiato per due anni alla compagnia di Stato francese una nave che ci avrebbe portato una ventina di milioni di euro di fatturato in più. Dall’operazione — sottolinea — abbiamo avuto un’ottima marginalit­à ma è una scelta che non rifaremmo». Le condizioni attuali di Gnv parlano di un’internazio­nalizzazio­ne molto forte in cui a contare sono sempre di più gli immigrati.

«La Sicilia è il 47% dei nostri ricavi, la Sardegna è relegata a un piccolissi­mo 3% ma il rimanente 50% lo fanno la Tunisia e il Marocco. Il motivo è semplice — aggiunge Martinoli — la Sardegna è sempre stata una meta prettament­e turistica a cui si è aggiunta la bestia nera low cost: noi per vent’anni abbiamo servito l’isola pagando le spese portuali. Loro sono arrivati e hanno preso pure gli aiuti di Stato. Ora — puntualizz­a — serviamo soprattutt­o passeggeri che vivono e lavorano in Europa ma che tornano sempre più spesso nei loro paesi di origine». Non è un caso quindi che Gnv stia pensando al mercato albanese. «In Italia ci sono 500 mila albanesi — spiega Martinoli — e non escludo che presto annuncerem­o l’avvio di una rotta a partire dall’estate o dal prossimo autunno».

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