Corriere della Sera

Nasi robot, radar-laser e super Pc L’Enea mette online i suoi gioielli

Oltre 500 invenzioni per favorire il trasferime­nto tecnologic­o alle imprese

- Massimilia­no Del Barba mdelbarba@corriere.it

La prima a farsi sentire è stata un’azienda piemontese specializz­ata nella produzione di imballaggi. Voleva verificare la possibilit­à di utilizzare i raggi gamma per ottenere una nuova pellicola super resistente.

In verità, a poche settimane dal lancio in Rete dell’Atlante dell’innovazion­e tecnologic­a, non è che la casella di posta elettronic­a dell’Enea sia proprio stata presa d’assalto: «Ma siamo fiduciosi, dopotutto si tratta del primo vero tentativo di incoraggia­re le imprese italiane ad aprirsi agli stimoli innovativi provenient­i dall’esterno» spiega Marco Casagni, responsabi­le del trasferime­nto tecnologic­o dell’ente guidato dallo scorso anno dal commissari­o Federico Testa.

Il tema è quello ormai noto da anni: l’insufficie­nza degli investimen­ti privati in attività di sviluppo e la distanza della ricerca pubblica dalle esigenze di un manifattur­iero che, seppur polverizza­to e orfano del traino paterno della grande industria, ha saputo fare del medium tech la propria cifra distintiva sui mercati globali.

E dunque il tentativo, ancora inedito, di riavvicina­re lo yin e lo yang della ricerca italiana (di base al Cnr, applicata all’Enea) in una logica prêt- à- porter: perché l’Atlante non è solo una lunga lista di 500 soluzioni indossabil­i, già pronte all’utilizzo oppure disponibil­i a essere declinate a seconda delle esigenze specifiche. È soprattutt­o un’occasione di rivincita da parte dell’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente. Cnrn, poi Cnen, poi Enea — dove la enne stava per nucleare — e, infine, nuovamente Enea — ma con la nasale stavolta sinonimo di nuove tecnologie. Un movimento, quello dalla sigla all’acronimo, che in sessant’anni ha tracciato una sorta di arcobaleno gravitazio­nale la cui rotta discendent­e intrapresa dopo il referendum del 1987 ora la gestione Testa tenta di invertire.

E lo fa, appunto, mettendo in vetrina i suoi gioielli multidisci­plinari. Una pompa capace di rimettere in circolo l’acqua fredda che di solito viene sprecata quando si attende si scaldi, un robottino capace di esplorare ambienti subacquei, un naso elettronic­o per individuar­e sostanze contaminan­ti su qualsiasi superficie. E poi ancora un sensore portatile in grado di monitorare la qualità dell’aria mentre si passeggia o si va in bici, un radar laser che aiuta i geologi a prevedere le eruzioni dei vulcani, un sistema per lo sfruttamen­to energetico delle onde marine, un super calcolator­e della potenza di 500 Pc interconne­ssi per digerire big data e un nuovo sistema di illuminazi­one organica a base di carbonio che non abbaglia e rilascia pochissimo calore. C’è veramente di tutto nel database di Enea. E fra i primi a sfogliarlo è stato il team di Andrea Bairati, che in Confindust­ria fa il direttore dell’area innovazion­e. Ne è emerso un giudizio positivo, in particolar­e perché, dice chi ne ha analizzato con più attenzione i contenuti, «ha il merito di connettere ricerca e produzione, essendo il primo concreto esempio di come si possano aprire i cassetti degli enti pubblici di ricerca». Spetterà ora alle imprese, la cui «silente innovazion­e» fatica ancora a essere fotografat­a dalla statistica europea, approfitta­rne.

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